La piccola suora che ha incarnato la misericordia, fa rivivere il messaggio spirituale della Vergine dell’Elemosina

La Celebrazione della canonizzazione di Madre Teresa del 4 settembre 2016 e la Messa per la prima festa liturgica di Santa Teresa di Calcutta, il 5 settembre 2016, hanno visto riuniti in piazza San Pietro tutta la famiglia delle Missionarie e dei Missionari della Carità, insieme ai milioni di uomini e donne che in tutto il mondo hanno subìto il fascino della straordinaria levatura umana della piccoletta suora che attraversò a piedi nudi le strade di Calcutta, tra “i più poveri dei poveri”, per curare lebbrosi, sfamare affamati, dare sepoltura a cadaveri abbandonati a cielo aperto.

Tra questo popolo c’eravamo anche noi, con l’Icona della Vergine dell’Elemosina, per raccontare la storia del dipinto e la fede di quanti secoli fa l’hanno condotta in Sicilia dall’Albania, affrontando l’incognita di una terra sconosciuta, ma in nome della autentica libertà.

Queste due storie si sono incontrate in piazza San Pietro, quella di Biancavilla e quella della Santa Madre Teresa.

Ad un anno esatto dalla canonizzazione di Madre Teresa, la comunità di Biancavilla ricorda il primo anniversario del pellegrinaggio a Roma dell’Icona della Madonna dell’Elemosina. Per un misterioso disegno della Provvidenza, lo straordinario evento di grazia della comunità biancavillese si è intrecciato con le vicende della suora di origine albanese, apostola della carità, premio nobel per la pace. E’ stato ben presto evidente l’intimo collegamento tra la Vergine dell’Elemosina e la Madre della Carità. Per l’origine albanese di suor Teresa, anzitutto, che visse in una cittadina di minoranza cattolica, da dove partì missionaria per manifestare al mondo il miracolo dell’Amore di Dio. Madre Teresa è legata alla Madonna dell’Elemosina anche per la dolcezza del suo sguardo, penetrante, netto, che arriva fin dentro al cuore, per riscaldarlo e rassicurarlo.

La vicenda di Madre Teresa ci ha confermato tutta l’attualità e la contemporaneità del messaggio della misericordia di Dio, riscontrando quasi in Madre Teresa un’incarnazione della Vergine misericordiosa di Biancavilla.

Non è un caso che la consegna più significativa, le più grandi affermazioni di madre Teresa, siano proprio incentrate sul tema del primato di Dio. Lei che ha conosciuto la più grande miseria materiale degli uomini ha potuto affermare profeticamente: “Nel mondo occidentale, dove la gente sembra più ricca, vi è una fame più intensa ed una povertà interiore più grande di quella che si riscontra nelle viuzze di Calcutta”.

Specificando che “essere non amati, non voluti, dimenticati. È questa la grande povertà, peggio di non avere niente da mangiare”.

Sembra quasi contraddittorio, secondo certa mentalità corrente, che una suora tanto impegnata nella carità spicciola e materiale, potesse ritenere che la cosa più importante fosse l’intimità con Dio, affermando il primato della preghiera e dello spirito. A chi le chiedeva dove trovasse la forza e il coraggio per fare tutto quello che faceva, rispose un giorno: “Il mio segreto è infinitamente semplice. Prego. Attraverso la preghiera, divento una cosa sola nell’amore con Cristo. PregarLo, è amarLo”.

La sua grandezza, la sua cattolicità, la sua forza profetica, capace di additare davvero il male del nostro tempo e del nostro mondo, fruiva dalle sue labbra in tutti i grandi insegnamenti che ha lasciato. Come quando, commentando il premio Nobel per la pace ricevuto nel 1979 disse: “L’aborto è il più grande distruttore della pace perché, se una madre può uccidere il suo stesso figlio, cosa impedisce che io uccida te e che tu uccida me? Non c’è più nessun ostacolo”.

In occasione dell’annuale festa liturgica di Santa Teresa, è bello poter dire che, dopo gli eventi romani, Madre Teresa di Calcutta appartiene anche alla comunità ecclesiale di Biancavilla, e rivedere negli occhi della Vergine dell’Elemosina la lucidità e l’amore che ha riempito il cuore di una donna del nostro tempo, certi che l’amore davvero vince tutto, vince i secoli e i millenni e, dal Calvario di Cristo, giunge a noi incarnandosi ancora in uomini e donne che camminano in mezzo a noi.

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