PADRE ANTONINO TOMASELLO CELEBRA 40 ANNI DI SACERDOZIO

Redazione SME

Festa a Paternò stasera nella parrocchia del SS. Salvatore per i 40 anni di sacerdozio di Don Antonino Tomasello, parroco della comunità. Una celebrazione corale e partecipata, presieduta dal Vicario generale dell’Arcidiocesi etnea Mons. Salvatore Genchi, a cui hanno preso parte diversi sacerdoti di Paternò e altri confratelli amici di padre Nino.

Presente anche una delegazione della Parrocchia matrice e dell’Associazione “SME” di Biancavilla, con il Prevosto Pino Salerno, che ha portato i saluti della comunità biancavillese e ha offerto in dono a padre Tomasello un’Icona della Madonna dell’Elemosina. Antonino Tomasello, biancavillese, 65 anni, è cresciuto nella parrocchia del S. Cuore alla scuola di Padre Salvatore Greco, a fianco del quale ha trascorso i primi anni di sacerdozio, come viceparroco.

Sempre a Biancavilla è stato parroco della parrocchia di Cristo Re e vicario foraneo del XIII Vicariato pastorale. Nel 2000 è stato nominato Prevosto Parroco della Chiesa Madre – Collegiata di Biancavilla, incarico che ha mantenuto fino al 2007. Da allora è parroco a Paternò.

Padre Nino è apprezzato per il suo tratto umano e cordiale, mite e riservato. A fargli corona per questo importante traguardo molti fedeli e il sindaco di Paternò. 

“Grazie per i vostri auguri e per la vostra amicizia – ha detto padre Tomasello parlando ai suoi concittadini biancavillesi – ringraziate e portate i miei saluti ai tanti amici che sento vicini nella preghiera. Ringrazio il Signore per tutte le esperienze che mi ha dato di vivere in questi lunghi anni di servizio alla Chiesa e per le persone che ho incontrato. Di ciascuna esperienza e di ogni persona conservo un caro ricordo”.

PADRE ALFIO CONTI NEL CORO DEL PARADISO

È tornato alla casa del Padre don Alfio Conti. Nato ad Adrano il 13 settembre del 1946, don Alfio ha dedicato per anni il suo servizio alla musica sacra, come compositore e direttore.

Nel settembre 2015 ha realizzato anche due composizioni in onore della Madonna dell’Elemosina che sono state eseguite per la prima volta dalla Corale “Pietro Branchina” di Adrano, diretta da Piera Bivona, il 3 ottobre 2015. In quell’occasione, don Alfio, visibilmente commosso, è stato ringraziato pubblicamente dal Prevosto e dai fedeli.

Il brano “Salve Regina, Madre dell’Elemosina”, di cui ha scritto anche i testi, è stato utilizzato come inno del Giubileo della Misericordia a Biancavilla.

Di don Alfio era noto il suo tratto gentile e riservato, non amava apprezzamenti e riflettori.

Negli ultimi anni è stato Rettore della Chiesa di San Nicolò Politi di Adrano. Diverse le musiche e i testi dedicati al Santo eremita etneo, di cui era molto devoto e di cui quest’anno ricorrono i 900 anni della nascita.

I VESCOVI SICILIANI SULLE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI: “LA SICILIA NON PUO’ PIU’ ASPETTARE”

Il 20 e 21 settembre scorsi a Caltagirone, in occasione della sessione autunnale, la Conferenza Episcopale Siciliana ha emanato un documento rivolto a tutti i fedeli con alcune indicazioni in merito alle prossime elezioni regionali del 5 novembre. I Vescovi invitano ad andare a votare, superando la tentazione dell’astensionismo, anche per evitare che diventi “appannaggio di gruppi autoreferenziali che pretendono di governare in forza dell’investitura di una parte minoritaria del popolo siciliano”. Ai candidati chiedono competenza, correttezza e coerenza morale. Nel merito dei programmi, i capi delle 19 Chiese siciliane indicano le urgenze della nostra terra: la disoccupazione (specie giovanile e femminile), ancora a livelli allarmanti, e poi la questione della formazione professionale, legata all’obbligo scolastico, bloccata sul nascere; oppure quella delle infrastrutture fragili e del dissesto idrogeologico”. Richiamandosi alla dottrina sociale della Chiesa, citano ancora le varie povertà e le periferie abbandonate e degradate, l’immigrazione, la valorizzazione del patrimonio turistico e culturale dell’Isola, il necessario sostegno alla famiglia, l’inclusione sociale e la lotta alla povertà, la gestione della sanità regionale.

Un documento che è opportuno leggere e far conoscere, perché il voto del prossimo 5 novembre diventi occasione di riscatto. Di seguito il testo integrale.

 

Nota dei Vescovi di Sicilia per le elezioni regionali del 5 novembre

In prossimità delle elezioni regionali, noi vescovi di Sicilia sentiamo il dovere di condividere alcune riflessioni alla luce della Dottrina sociale della Chiesa e di annunciare una parola di speranza. San Giovanni Paolo II ammonisce: “Nel presente momento storico, non ci può essere posto per la pusillanimità o l’inerzia. Esse infatti non sarebbero segno di saggezza o di ponderazione, ma piuttosto colpevole omissione” (Discorso tenuto a Catania il 4 novembre 1994). Nessuno, perciò, può esimersi dalla responsabilità di partecipare fornendo il proprio contributo di idee e di proposte sui temi di maggiore rilevanza politico-amministrativa. La costruzione della casa comune non può diventare appannaggio di gruppi autoreferenziali che pretendono di governare in forza dell’investitura di una parte minoritaria del popolo siciliano.

Lo spettro dell’astensione allora non è facilmente superabile e assume sempre più i connotati di una lezione da impartire a chi non vuole capire. Con tutto il rispetto per le libere scelte di ciascuno, riteniamo in ogni caso che non si possa andare a votare passivamente, da rassegnati. Per questo intendiamo riproporre a tutti i cittadini siciliani il valore della democrazia partecipativa, alla luce del magistero sociale della Chiesa, con particolare riguardo a un saggio discernimento personale e comunitario dei candidati e dei programmi.

Ai candidati si chiede competenza, correttezza e coerenza morale nell’impegno socio-politico-amministrativo con un netto rifiuto delle varie forme di corruzione e di clientelismo, coerenza etica personale. Riteniamo, infatti, che coloro che hanno responsabilità politiche e amministrative debbano avere “sommamente a cuore alcune virtù, come il disinteresse personale, la lealtà dei rapporti umani, il rispetto della dignità degli altri, il senso della giustizia, il rifiuto della menzogna e della calunnia come strumento di lotta contro gli avversari, e magari anche contro chi si definisce impropriamente amico, la fortezza per non cedere al ricatto del potente, la carità per assumere come proprie le necessità del prossimo, con chiara predilezione per gli ultimi” (CEI, Educare alla legalità, n. 16).

In merito ai programmi richiamiamo l’esigenza che essi mirino alla costruzione del bene comune, che è la “ragion d’essere della autorità politica” (Gaudium et Spes, n. 74). Ribadiamo, in proposito, l’opzione preferenziale per i ceti più poveri e per gli ultimi e l’urgenza di interventi promozionali per le periferie abbandonate e degradate, al fine di realizzare condizioni di effettiva uguaglianza in termini di cittadinanza.

A tutti i cittadini-elettori della nostra Regione, alle associazioni, ai movimenti, alle organizzazioni operanti nel tessuto sociale e produttivo della nostra Regione chiediamo di promuovere incontri nel territorio per offrire agli elettori luoghi di confronto con i candidati all’Assemblea Regionale Siciliana e con i candidati alla Presidenza per un confronto sull’istruzione e sulla formazione professionale, sull’accoglienza e integrazione degli immigrati, sul patrimonio turistico e culturale dell’Isola, sul sostegno alla famiglia, sull’inclusione sociale e la lotta alla povertà, sulla gestione della sanità regionale.

Auspichiamo una competizione elettorale corretta e leale, attenta ai problemi concreti della nostra gente e non preoccupata del successo di parte e dell’occupazione dei posti di potere. La Sicilia non può più aspettare e grava su tutti la responsabilità di elaborare soluzioni praticabili ed efficaci nel superiore interesse dei cittadini e dei poveri e degli ultimi in modo prioritario.

Caltagirone, 21 settembre 2017

                                                                                                      I Vescovi di Sicilia

.

 

GIUBILEI SACERDOTALI NEL SEGNO DELLA SANTA CROCE

Oggi, festa della Santa Croce, la Chiesa di Catania celebra gli anniversari di sacerdozio di molti presbiteri.
Cogliamo l’occasione per rivolgere i più cordiali auguri innanzitutto al Prevosto Don Agrippino Salerno, che oggi compie 28 anni di sacerdozio.

Ci uniamo inoltre nella preghiera di ringraziamento di alcuni sacerdoti che celebrano oggi il 25° anniversario della loro ordinazione: Don Salvatore Stimoli e Don Antonino La Manna, del clero di Adrano. Don Antonino in diverse occasioni ha dimostrato il suo amore alla Vergine dell’Elemosina; Don Alessandro Ronsisvalle, del clero di Paternò, che ha scelto di far parte dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”; don Giovanni Zappalà, parroco dell’Annunziata a Biancavilla, che per anni ha svolto il servizio di seminarista presso la Chiesa madre.

La preghiera per i sacerdoti ci ricorda che il Signore è fedele al suo popolo e continua a chiamare persone disposte ad offrire la loro vita per annunciare il suo amore agli uomini.
Maria, Madre della misericordia, sostenga il cammino dei sacerdoti e di quanti desiderano rispondere alla chiamata speciale di Gesù.

SANTA TERESA DI CALCUTTA APPARTIENE ANCHE A BIANCAVILLA

La piccola suora che ha incarnato la misericordia, fa rivivere il messaggio spirituale della Vergine dell’Elemosina

La Celebrazione della canonizzazione di Madre Teresa del 4 settembre 2016 e la Messa per la prima festa liturgica di Santa Teresa di Calcutta, il 5 settembre 2016, hanno visto riuniti in piazza San Pietro tutta la famiglia delle Missionarie e dei Missionari della Carità, insieme ai milioni di uomini e donne che in tutto il mondo hanno subìto il fascino della straordinaria levatura umana della piccoletta suora che attraversò a piedi nudi le strade di Calcutta, tra “i più poveri dei poveri”, per curare lebbrosi, sfamare affamati, dare sepoltura a cadaveri abbandonati a cielo aperto.

Tra questo popolo c’eravamo anche noi, con l’Icona della Vergine dell’Elemosina, per raccontare la storia del dipinto e la fede di quanti secoli fa l’hanno condotta in Sicilia dall’Albania, affrontando l’incognita di una terra sconosciuta, ma in nome della autentica libertà.

Queste due storie si sono incontrate in piazza San Pietro, quella di Biancavilla e quella della Santa Madre Teresa.

Ad un anno esatto dalla canonizzazione di Madre Teresa, la comunità di Biancavilla ricorda il primo anniversario del pellegrinaggio a Roma dell’Icona della Madonna dell’Elemosina. Per un misterioso disegno della Provvidenza, lo straordinario evento di grazia della comunità biancavillese si è intrecciato con le vicende della suora di origine albanese, apostola della carità, premio nobel per la pace. E’ stato ben presto evidente l’intimo collegamento tra la Vergine dell’Elemosina e la Madre della Carità. Per l’origine albanese di suor Teresa, anzitutto, che visse in una cittadina di minoranza cattolica, da dove partì missionaria per manifestare al mondo il miracolo dell’Amore di Dio. Madre Teresa è legata alla Madonna dell’Elemosina anche per la dolcezza del suo sguardo, penetrante, netto, che arriva fin dentro al cuore, per riscaldarlo e rassicurarlo.

La vicenda di Madre Teresa ci ha confermato tutta l’attualità e la contemporaneità del messaggio della misericordia di Dio, riscontrando quasi in Madre Teresa un’incarnazione della Vergine misericordiosa di Biancavilla.

Non è un caso che la consegna più significativa, le più grandi affermazioni di madre Teresa, siano proprio incentrate sul tema del primato di Dio. Lei che ha conosciuto la più grande miseria materiale degli uomini ha potuto affermare profeticamente: “Nel mondo occidentale, dove la gente sembra più ricca, vi è una fame più intensa ed una povertà interiore più grande di quella che si riscontra nelle viuzze di Calcutta”.

Specificando che “essere non amati, non voluti, dimenticati. È questa la grande povertà, peggio di non avere niente da mangiare”.

Sembra quasi contraddittorio, secondo certa mentalità corrente, che una suora tanto impegnata nella carità spicciola e materiale, potesse ritenere che la cosa più importante fosse l’intimità con Dio, affermando il primato della preghiera e dello spirito. A chi le chiedeva dove trovasse la forza e il coraggio per fare tutto quello che faceva, rispose un giorno: “Il mio segreto è infinitamente semplice. Prego. Attraverso la preghiera, divento una cosa sola nell’amore con Cristo. PregarLo, è amarLo”.

La sua grandezza, la sua cattolicità, la sua forza profetica, capace di additare davvero il male del nostro tempo e del nostro mondo, fruiva dalle sue labbra in tutti i grandi insegnamenti che ha lasciato. Come quando, commentando il premio Nobel per la pace ricevuto nel 1979 disse: “L’aborto è il più grande distruttore della pace perché, se una madre può uccidere il suo stesso figlio, cosa impedisce che io uccida te e che tu uccida me? Non c’è più nessun ostacolo”.

In occasione dell’annuale festa liturgica di Santa Teresa, è bello poter dire che, dopo gli eventi romani, Madre Teresa di Calcutta appartiene anche alla comunità ecclesiale di Biancavilla, e rivedere negli occhi della Vergine dell’Elemosina la lucidità e l’amore che ha riempito il cuore di una donna del nostro tempo, certi che l’amore davvero vince tutto, vince i secoli e i millenni e, dal Calvario di Cristo, giunge a noi incarnandosi ancora in uomini e donne che camminano in mezzo a noi.

La tenerezza della Misericordia non ha confini: una testimonianza all’estero.

La Madonna dell’Elemosina a Glasgow, in Scozia. 

di Lorena Biondi

Solo una settimana fa Biancavilla si riuniva attorno alla sua ‘mamma’, in occasione della Grande Festa Estiva, e per la prima volta, da quando vivo attivamente la devozione alla Madonna dell’Elemosina nella mia vita, io ero lontana. Da quasi un anno mi trovo infatti nel Regno Unito, a Glasgow, una città della Scozia, per studio. E’ stato sorprendente per me scoprire che la distanza fisica che mi separa da Biancavilla e da tutte le attività connesse alla mia Parrocchia, la Chiesa Madre, e alla Madonna, con l’Associazione “SME” di cui faccio parte, non corrisponde ad una distanza ‘reale’, ma può essere vicinanza, impegno e testimonianza anche qui!

E me lo ha dimostrato proprio Lei, la Madonna, l’anno scorso, appena arrivata a Glasgow! Il mio primo giorno qui era una domenica e, cercando una chiesa per partecipare a messa, Google mi suggeriva una parrocchia non molto lontana da casa mia, così sotto la pioggia, che qui è abbastanza frequente, mi sono diretta alla mia meta. Nonostante fossi intenta a scrollarmi l’acqua di dosso e riprendermi dal vento che mi aveva fatto volare i capelli un po’ dappertutto, appena ho aperto la porta della chiesa di Saint Anne e ho alzato lo sguardo, i miei occhi sono finiti dritti nei suoi, e lì per lì mi è sembrata la cosa più normale del mondo, ma dopo un istante mi sono detta: ‘un attimo, io sono a km di distanza da Biancavilla, cosa ci fa Lei qui?!’.

Eh sì, perché il logo della Mater Misericordiae, che l’anno scorso in occasione del Giubileo della Misericordia ha raggiunto le parti più impensabili del mondo, mi guardava da un volantino della bacheca di quella parrocchia di Glasgow, in quanto ancora il Giubileo non era finito e i fedeli venivano invitati ad un evento mariano proprio con quel logo! Mi ci sono volute ore per riprendermi da questo episodio, e forse non mi riprenderò mai, ma resterò sempre affascinata dai modi più impensabili in cui il Signore agisce nella nostra vita e ci ricorda che non siamo soli!

Penso che la parola giusta da usare sia commozione, perché sono stata commossa per tutta la messa e anche dopo, e ogni volta che ci penso mi commuovo, perché mi sento di nuovo, come in Terra Santa, di essere sotto il Suo sguardo amorevole, e in modo particolare allora, che mi trovavo all’inizio di un’esperienza lontana da casa, che avevo un sacco di timori su quanti cattolici avrei trovato e su come avrei potuto vivere la mia fede, incontravo la tenerezza del suo sguardo, come a dirmi ‘non ti preoccupare, io sono con te dappertutto, andrà tutto bene’.

E da quel momento sono stata io, con grande entusiasmo e con una notevole spontaneità, nonostante la lingua, a portarla con me dappertutto! Avevo sempre qualche immaginetta con me e piano piano mi capitavano le situazioni più bizzarre, come ad esempio incontrare qualcuno e scoprire, dopo qualche minuto di conversazione, che era cattolico e pure consacrato alla Madonna del suo paese, e condividere la propria devozione; o magari scoprire che la persona a cui hai parlato della Madonna ha un genitore italiano e ti chiede altre 5 immaginette per i suoi parenti italiani.

Piano piano iniziavano a capitarmi eventi come questi ma, per i primi 6 mesi del mio soggiorno qui, pur cercando e informandomi sempre con chiunque, non riuscivo a trovare nessuna realtà giovanile, nessun gruppo di preghiera a cui potessi partecipare, mi accontentavo della messa domenicale, ma mi mancava un sacco la possibilità di condividere la mia fede con giovani come me, la possibilità di seguire un cammino e di poter continuare ad impegnarmi e fare servizio, come facevo in Sicilia. E di nuovo, quando ormai pensavo che mi sarei dovuta rassegnare a trarre il meglio dalla preghiera personale, il lunedì di carnevale, esattamente a 3 giorni dall’inizio della Quaresima, la Madonna mi ha indicato di nuovo la via.

Quella sera, con altri ragazzi siciliani, avevamo organizzato una serata ‘arancini’ a casa mia, e una ragazza mi chiese se poteva invitare una sua amica, anche lei siciliana. Quando questa ragazza è entrata nella mia stanza, e ha visto il logo della Mater Misericordiae che avevo lì, lo ha riconosciuto subito, perché anche lei era cattolica e frequentava da qualche tempo una parrocchia di preti Passionisti non molto distante da casa mia, St. Mungo, dove c’era, a detta sua, un prete giovane, Padre Gareth, che amava fare attività con i giovani. Quella stessa sera ho scoperto che lei l’indomani sarebbe partita per tornare in Italia e che quella era la sua ultima sera a Glasgow.

Insomma ancora in un modo impensabile, grazie alla Madonna, il mercoledì delle ceneri sono andata in questa nuova parrocchia e finalmente ho scoperto che anche a Glasgow c’è una bella pastorale giovanile, che ci sono gruppi di preghiera per i giovani e che la fede è vissuta in un modo così bello, così pieno e arricchente, e con la Quaresima è iniziato per me un nuovo periodo vivo e pieno. E in questo contesto, ho avuto la possibilità di condividere la mia devozione per la Madonna ancor di più.

Quando sono tornata dalle vacanze di Pasqua in Sicilia, ho portato con me un’icona per l’arcivescovo di Glasgow, Mons. Philip Tartaglia, di origini italiane, ed è stato bello donargliela in occasione di una delle Lectio Divine che tiene per i giovani nei periodi forti dell’anno liturgico.

 

In quell’occasione ho potuto parlare della Madonna ai giovani della Pastorale Giovanile, Youth 2000, di Glasgow e dare anche a loro le immaginette. E poi, con grande entusiasmo, ho portato un’icona alla mia nuova parrocchia, la chiesa di St. Mungo, dove il Parroco, Padre Frank, l’ha accolta con grande gioia, e sono stata invitata a fare una testimonianza sulla mia devozione al gruppo giovani della Parrocchia.

Era la prima volta per me in cui mi veniva chiesto di fare una testimonianza in inglese, e per quanto ormai lo stessi parlando sempre meglio, non è proprio facile parlare con spontaneità in un’altra lingua. Eppure quella sera, con l’icona della Madonna dell’Elemosina tra le mani, è stata la cosa più naturale del mondo.

Mi sono commossa e ho visto la commozione specchiata anche negli occhi dei ragazzi attorno a me. Poi, a fine incontro, mi è stato chiesto di pregare in italiano con la preghiera di supplica alla Madonna, e tante persone sono venute ad abbracciarmi e alcuni mi chiedevano altre immaginette per occasioni di preghiera particolari. Tra queste persone, si è avvicinata a me una giovane donna, che veniva al gruppo per la prima volta. Mi ha detto di essere una maestra e di insegnare in una scuola cattolica, proprio di fronte alla parrocchia.

Era rimasta molto colpita dalla testimonianza e dalla storia della nostra Madonna ed essendo il Mese di Maggio, avrebbe avuto piacere di far fare ai suoi alunni un incontro sulla devozione alla Madonna nel mondo, per far vedere loro come la Fede viene vissuta in altre zone del mondo, così mi ha invitata a portare l’icona della Madonna in classe e a fare una testimonianza ai suoi bambini due settimane dopo. Ecco come ancora la Madonna mi apriva le strade e si faceva strada lei stessa nei cuori delle persone, con la Sua tenerezza che tocca nel profondo chiunque la incontra sul suo cammino.

E anche i bambini sono rimasti colpiti dalla sua disarmante tenerezza, è stato bello vedere come mi ascoltavano attenti e come rimanevano stupiti nel sapere che la Madonna ha aiutato Biancavilla a superare tante difficoltà storiche, come eruzioni e pestilenze. Mi porto dentro una grande emozione legata al ricordo di quel giorno, ma soprattutto al momento in cui la maestra ha invitato i bambini a pregare con un canto, e tutti si sono stretti attorno all’icona in preghiera.

 

Sono esperienze come queste che ci fanno capire che la Fede non ha confini, che il cuore umano è fatto per accogliere e condividere le testimonianze di fede e l’Amore di Dio che in quello sguardo trova espressione e funge da conforto, ristoro e risposta non solo per noi, ma per tutti coloro che ne hanno bisogno.

Prima che tornassi a casa per le vacanze estive, Padre Frank, mi aveva chiesto di scrivere qualche parola in inglese sull’icona e la sua storia, perché avrebbe avuto piacere di esporla permanentemente in chiesa, con la spiegazione accanto. Da quel momento sono passati quasi due mesi, e quando sono tornata dalle vacanze, con le mie sorelle che erano venute a trovarmi, una sera dopo il gruppo giovani, Padre Gareth ha condotto tutti i giovani in un angolino della chiesa, dove in un pilastro, era stata appesa l’icona, con la sua storia sotto, dove spuntava anche il logo della Mater Misericordiae.

E’ stata un’emozione grande vivere quel momento di preghiera, in cui l’icona veniva inaugurata ufficialmente, e dove ogni giovane è stato invitato a fare il segno della croce sull’icona con l’acqua benedetta e tutti insieme abbiamo pregato una decina di rosario, condotta da me, che con voce tremante ero emozionata, stupita e grata.

Adesso la Madonna dell’Elemosina è anche qui, per poter accogliere le preghiere e le suppliche di chiunque abbia bisogno della sua tenerezza, ed è stato bello per me, la scorsa domenica, in occasione della Grande Festa Estiva che contemporaneamente si viveva a Biancavilla, potermi accostare all’icona e pregare da qui in comunione con tutta la comunità di Biancavilla la nostra ‘mamma’ che dovunque siamo ci guarda, ci protegge e ci indica sempre la via per la Vita Vera, quella che si nutre alla fonte dell’Amore di Cristo, un amore tenero, spesso silenzioso ma grande e incommensurabile, e sulla quale non saremo mai soli!