“La tua salvezza, o Dio, mi ponga al sicuro” Sal 86,30

Carissimi fratelli e sorelle,

le parole autorevoli e rassicuranti del Salmo 86,30 diventano il modo più autentico per esprimere il nostro stato d’animo nel prepararci a “La Grande Festa Estiva” in onore dell’amatissima Madonna dell’Elemosina che, con la grazia del Signore, vivremo insieme con il “Novenario” e la celebrazione solenne dell’ultima domenica di Agosto.

La fede passa inevitabilmente attraverso delle prove, che sono le esperienze della nostra fragilità. Esse sono preziose, perché purificano la fede; come il fuoco del crogiolo purifica i metalli preziosi. La prova ha la capacità provvidenziale di discernere e separare la parte preziosa (la fede) rispetto alle scorie con le quali è mescolata. Una fede provata, sottoposta a tanta fatica, magari rimane poca, ma pura, splendente di autenticità! Quindi non è importante quantificare la fede. Anzi, questa potrebbe essere piena di incrostazioni pseudo religiose! Importante è che quel briciolo di fede sia così provata di autenticità da essere capace di parlare alla nostra vita umana. L’esperienza del nostro limite non impedisce la fede, anzi, la rende vera, perché così impariamo a fidarci del Signore, e non di noi stessi.

La risurrezione di Gesù Cristo dai morti sta a dirci che Dio crede sempre nella possibilità di recuperare l’uomo: nemmeno nella morte o nelle altre situazioni di apparente vittoria del male, Egli si arrende, anzi: sa dare nuova e piena vita a ciò che è più inaridito e perduto. La fede nella risurrezione non consiste nell’essere capaci di immaginarci come sia la condizione da risorti, significa invece credere che non c’è condizione umana a cui il Signore non doni nuova e definitiva vita.

Il tempo del “Covid” ci sta dimostrando quanto siamo interdipendenti, superando ogni razzismo, nazionalismo e ogni forma di esclusivismo. In questo momento di emergenza prendiamo consapevolezza, del nostro completo affidamento alla salvezza del Signore che ci accomuna tutti. La fede non è un privilegio o una superiorità: è “certezza” che parte da Gesù e che deve diffondersi: in Lui riponiamo tutta la nostra fiducia e ci sentiamo al sicuro “In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso, difendimi per la tua giustizia” (cfr. Sal 30).

Animati dalla certezza dell’essere amati dal Signore, vivremo la ricorrenza festiva rinnovando la nostra gioia per il dono del primo centenario di vita pastorale e di fondazione della Comunità parrocchiale della Chiesa Madre (20 agosto 1920 – 2020). Una data molto significativa che, assieme a quella del 50° dell’elevazione a Basilica Pontificia del Santuario mariano biancavillese, non può risolversi in una celebrazione-ricordo, ma deve diventare per tutti un’occasione di crescita nella fede e nello spirito comunitario.

Il Cristiano è colui che ha scelto di seguire Gesù e si riconosce nella Chiesa, la grande Comunità dei figli di Dio. Tutti facciamo parte di questa grande famiglia e tutti sentiamo la bellezza e la grandezza di sentirci figli e fratelli.

Il “Novenario” di preghiera e l’atteso giorno di festa, vissuti sotto lo sguardo materno, amorevole e misericordioso della Vergine Santissima dell’Elemosina, possano diventare per ciascuno di noi “fede celebrata” che gusta e sperimenta la speranza e la carità per una ripresa spirituale, morale e sociale del nostro impegno per il mondo nella Santa Chiesa di Dio.

Don Agrippino Salerno
Prevosto Parroco