Tra il “già” e il “non ancora”,

ogni giorno possiamo incontrare il Signore

di Alessandro Scaccianoce

Con la Prima Domenica di Avvento si apre per la Chiesa un nuovo anno liturgico, nell’arco del quale si rivive il mistero di Cristo e della Sua Chiesa.

Il clima spirituale che caratterizza il tempo dell’Avvento ruota attorno a due prospettive principali. Da una parte con il termine “adventus” (= venuta, arrivo) si è indica il ricordo della prima venuta del Signore nell’umiltà della carne; d’altra,  l’Avvento è evocazione della seconda venuta gloriosa di Cristo, alla fine dei tempi.

Il Tempo di Avvento ha quindi una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si celebra la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, l’Incarnazione di Dio che entra nella storia per dare senso e compimento alle attese di ogni uomo di ogni tempo;  contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso la memoria del Natale, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi. 

Vi è anche un terzo aspetto da valorizzare in questo tempo di grazia: è la celebrazione del tempo presente come occasione di incontro con il Signore Gesù. Egli, infatti, non soltanto è venuto 2000 anni fa e di nuovo tornerà come giusto giudice, ma egli è Colui che continuamente viene, nella vita di ogni uomo, nella nostra storia, ci incontra attraverso le vicende liete e tristi della nostra esistenza, che non sono mere casualità, ma eventi, epifanie di Lui che si fa presente nella nostra vita.

Auguriamo a tutti i nostri lettori un proficuo tempo di grazia per imparare a scoprire ogni giorno i segni della presenza del Signore.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: