La testimonianza di Marco Olianas, amico e lettore del Sito.

Con queste parole i Magi venuti da terre lontane domandavano ad Erode notizie sul Bambino Gesù.
Nel mondo che ci circonda spesso l’uomo appare in ricerca, anela a trovare la giusta direzione, desidera ottenere quel premio che altro non è se non la vera e reale felicità. Eppure, spesso l’uomo si accontenta di felicità effimere, passeggere, ingombranti! Non si impegna per andare a fondo in questa sua esigenza di benessere interiore. Dov’è quindi oggi il re?
Giorni fa ho avuto la gioia di entrare in un ospedale e di partecipare alla novena con degli ammalati, alcuni dei quali anche in sedia a rotella. In loro ho visto il Re, seduto in trono! Infatti, alla fine dell’incontro ho potuto notare di quanto stretto sia il legame e forte la somiglianza tra il malato, l’uomo di oggi in definitiva, e il Bambino di Betlemme. Essere inermi, deboli, fragili, inevitabilmente ci porta a riflettere sul senso della vita umana, che vale la pena di essere vissuta sempre. Significativo quindi il fatto di posizionare il presepe in quell’ospedale non nel classico luogo, magari all’entrata della chiesa, ma esattamente sotto l’altare! L’altare era la nuova grotta, la nuova capanna. La mensa da luogo di sacrificio pasquale, diventa luogo di nascita e di rinascita, origine del più grande tesoro che la Chiesa, e quindi tutti noi, possediamo.
Non esiste un Natale triste, perché non può un neonato portare tristezza! Un bambino suscita inevitabilmente tenerezza, dolcezza, gioia, senso di protezione verso di lui. Come si spiegano allora le divisioni, le discussioni francamente inutili che a volte si creano per dei problemi inesistenti? Cerchiamo e sforziamoci di vedere nell’altro proprio la figura del Bambino di Betlemme, di vedere nel nostro fratello l’immagine di un Dio che ancora una volta si nasconde ma desidera essere scoperto. Non fermiamoci all’apparenza, quasi come se la nostra fede fosse tutta lì! Io non sono ciò che appaio! Io sono ciò che sono! Il Bambino non è solo ciò che appare, ossia un bambino! Dietro quella figura così esile si cela la potenza! Non commettiamo l’errore di Erode: non cerchiamo il re, ma cerchiamo il nostro Re!
E a proposito del re, mi sia concessa un’osservazione: ci preoccupiamo tanto di cosa metterci addosso, di dove stare, di cosa dire, di come comportarci… eppure il Bambino di Betlemme insegna a tutti e a ciascuno quell’atteggiamento di umiltà e di disponibilità che veramente scuote gli animi! Egli non sapeva ancora parlare con la lingua, eppure Parla, eppure era la Parola fattasi carne!
E allora una domanda: le nostre parole sono vuote o acquistano il giusto peso? Usiamo saggiamente del dono stupendo della parola? Quanti commenti forti a volte, quante parole prive di senso, quanti suoni emessi senza averci meditato prima (al contrario Maria serbava…meditando…).
Ripensiamo alla risposta di Erode ai magi: “perché anch’io venga ad adorarlo”… Davvero vogliamo adorarLo? Veramente abbiamo questa retta intenzione? Prima ancora, lo riconosciamo nei fratelli? Negli amici? Nelle persone che entrano in relazione con noi?
Cristo è nato ma continua a nascere! A noi spetta il compito di preparargli una degna dimora, perché anche se la nostra vita può sembrare a prima vista immersa nelle tenebre, proprio lì brilla una grande luce. Non può esistere per un cristiano la tristezza cronica! Una mamma, se il bimbo piange, cerca in tutti i modi di consolarlo: perché noi a volte siamo presi dalla lamentela e poco dalla voglia di incoraggiare e confortare gli altri?
Non accontentiamoci dell’avere il nostro posto al centro: mettiamo l’uomo al centro perché fatto ad immagine e somiglianza di Dio! Sono in gioco le nostre relazioni, le nostre amicizie, i nostri rapporti più o meno forti con gli altri!
Mettiamo il nostro fratello al centro di questo natale! Non moltiplichiamo le croci nostre e degli altri! E non moltiplichiamo le luci: una sola dev’essere la Stella! Impegniamoci seriamente a vedere con la giusta misura la realtà! Solo così sarà natale anche oggi! Solo così il 25 dicembre non sarà il solito ricordo della nascita di un Bambino, magari conosciuto poco, come lo conosceva Erode. Solo così il Natale non sarà soltanto un celebrare un evento del passato con la classica liturgia, ma un far vibrare il nostro cuore davanti al mistero del Creatore – Creatura!
Il natale è anche questo: è stravolgimento degli schemi, è cambiamento di mentalità, è mutamento di stile. Voglio augurarmi questo, forse sognando, forse sperando, ma sicuro che il cambiamento passa anche attraverso di me!
Mettiamoci dunque anche noi in cammino verso Betlemme!
Abbiamo la Stella: non offuschiamone la Luce! Buon Natale!

                                            Marco Olianas
                                           Seminarista Diocesi di Iglesias

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