Redazione SME

Stiamo assistendo In questi giorni, all’ennesimo  fuoco mediatico incrociato contro il Papa e la Chiesa, sul piano liturgico (come l’ultimo articolo di Melloni, che è un concetrato di astio e di avversioone ideologici in nome di una sua personale interpretazione del Concilio http://www.corriere.it/cultura/12_febbraio_08/melloni-scomparve-ferula-conciliare_8ae7c87a-5260-11e1-9430-803241dfdaad.shtml), o su questioni economiche e finanziarie (dalla falsa questione dell’ICI – perchè anche la Chiesa paga l’ICI sugli immobili a destinazione commerciale – al caso Viganò alle pseudo ricostruzioni giornalistiche di tipo scandalistico degli ultimi giorni su cui è intervenuta la pacata replica della Santa Sede per cercare di ripristinare la verità dei fatti (http://www.korazym.org/index.php/attivita-della-santa-sede/3-la-santa-sede/2132-la-santa-sede-risponde-all-unita-e-la7-su-ior-e-aif.html e https://www.zenit.org/article-29517?l=italian). Lo scopo, dichiarato o anche solo velato, è quello di gettare un continuo discredito sulla Chiesa e sul Papa, cercando di nascondere la grandissima opera di risanamento che Papa Benedetto sta compiendo nella Chiesa. Il qualunquismo, da parte sua, non perde tempo per diffamare e sbrigativamente condannare la Chiesa, il Papa e i cristiani come ipocriti, bugiardi e, addirittura, idolatri!

 Altri osservatori cattolici, come l’amico Andrea Carradoiri, sottolineano una serpeggiante opposizione al Papa anche in alcuni ambienti della Chiesa italiana, complici – forse – anche le alte gerarchie.

Scrive Carradori: “In generale possiamo dire che l’esempio di pacificazione liturgica del Papa è stato accolto in modo riduttivo dall’insieme dei vescovi italiani che sono piuttosto restii a recepire il nuovo indirizzo voluto dal pontefice. Mi ha raccontato, ancora turbato, il vice parroco di una Cattedrale che in occasione della festa della Candelora aveva messo sopra l’Altare la Croce e i candelieri, come il Papa fa sempre. Se ne è accorto il suo Vescovo il quale, in modo molto deciso, ha mandato un Sacerdote a rimuovere tutto pochi minuti prima della Messa dicendo : “ Il Vescovo ha detto che qua non siamo in Vaticano…”. Numerosi altri episodi concorrono a rafforzare l’impressione di una sorda resistenza dei vescovi italiani per la ripresa di un’attenzione per la liturgia sopita da troppi decenni, con i frutti che tutti noi lamentiamo. (…) L’organicità delle azioni degli oppositori della linea benedettiana rivela l’esistenza di un disegno, di una deliberata volontà di contrastare le scelte del Pontefice nel momento stesso che esse vengono formulate. Seguiamo lo svilupparsi di queste perverse azioni che sembrano dire, come leggerete sotto : «Tranquillizzatevi! Lasciate pure parlare il Papa; noi facciamo come vogliamo» oppure altre soavità del tipo : «Il Papa sta a Roma, qua ci sto io» e/o «Io seguo il Papa ma non in tutto» . Con queste frasi il pensiero e il desiderio del Papa, mai apertamente contraddetti, vengono semplicemente eliminati. Come se il Papa non avesse parlato, non avesse esposto chiaramente la sua volontà. E’ il trionfo del feroce conservatorismo liturgico annidato soprattutto in alcuni uffici della CEI. Il travisamento delle direttive papali: mai un Papa è stato così ignorato come lo è Benedetto XVI soprattutto per quanto sta facendo per la Santa Liturgia. (…) Anche sotto la neve si conserva tuttavia intatta la speranza, che è una virtù cristiana. (http://www.newliturgicalmovement.org/2012/02/solemn-pontifical-mass-in-miami.html)“.

Ai sentimenti di indignazione per le falsità e le faziosità che ogni giorno vengono vomitate sulla Chiesa e sul Vicario di Cristo, vogliamo far fronte con l’unica arma a nostra disposizione: la preghiera. Invitiamo, pertanto, tutti i nostri lettori ad intensificare la preghiera per il Santo Padre, secondo le Sue intenzioni e a diffondere, per quanto è nelle nostre possibilità, interventi chiarificatori che ripristinino la verità dei fatti, come fa ad esempio, Andrea Tornielli con obiettività giornalistica e dovizia di fonti nel suo libro e sul suo blog (http://2.andreatornielli.it/?p=3610).

Profetiche, in tal senso, ci sembrano le parole pronunciate dal Cardinal Giuseppe Siri, che fu arcivescovo di Genova: “Il divismo di teologi, di scrittori, di figure della protesta: ecco un dolore, una sofferenza per la Chiesa di oggi: coloro che denigrano il passato della Chiesa per affermare che è proprio dal rinnegamento di esso che la Chiesa riemergerà più autentica. La presente situazione della Chiesa è una delle più gravi della sua storia, perché questa volta non è la persecuzione esteriore a impugnarla, ma la perversione dall’interno. Più grave. Ma le porte dell’inferno non prevarranno”.

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