La “preghiera del malato” di Kirk Kilgour*, campione sportivo costretto su una sedia a rotelle dopo un grave infortunio. Questa preghiera è stata recitata personalmente dall’autore l’11 febbraio del 2000 in Piazza San Pietro a Roma, in occasione del Giubileo degli Ammalati, alla presenza di Papa Giovanni Paolo II.

 

Chiesi a Dio di essere forte
per eseguire progetti grandiosi:
Egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute
per realizzare grandi imprese:
Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto:
mi ha fatto povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me:
Egli mi ha dato l’umiliazione perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita:
mi ha lasciato la vita
perché potessi apprezzare tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato; o mio Signore, fra tutti gli uomini
nessuno possiede quello che ho io.

*Nato a Los Angeles (Usa) il 28.12.1947,  fu il primo atleta della grande nazionale USA a giocare in Italia dal 1973 con la maglia dell’Ariccia Volley. Con la squadra romana conquistò un secondo posto nel 73/74 e lo scudetto nella stagione successiva, prima di subire il terribile incidente che mise fine alla sua carriera di pallavolista, segnandone profondamente il resto della vita: era l’8 gennaio 1976 a Roma e durante un esercizio al “cavallo”, utilizzato dagli atleti per il riscaldamento, Kirk effettuò una capriola ricadendo malamente e subendo la lussazione alla 5ª cervicale con conseguente lesione al midollo spinale e quindi totale paralisi agli arti.

Da quel giorno Kilgour è vissuto paralizzato su una sedia a rotelle, ma la sua forza ed il suo incredibile coraggio sono stati tali da portarlo a studiare una sedia completamente automatizzata, con telefono e comandi televisivi a impulsi vocali che gli hanno permesso di svolgere il lavoro di telecronista, radiocronista e analista di volley, fino alla sua morte (il 10 Luglio del 2002 a Denver, all’età di 54 anni).

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