Redazione SME

E’ assai prolifica negli ultimi tempi la fabbrica di bufale, attività che coinvolge i membri della missione anticlericale, uno dei tanti rami dell’ateismo militante. Da secoli circolano infinite leggende anti-cattoliche. Oggi è ancora più facile attaccare la Chiesa grazie all’uso del web: una notizia può fare il giro del mondo in pochi istanti, indipendentemente se sia vera o no. Come diceva Mark Twain: «Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe».

Nel 2010 è stata diffusa ad esempio una falsa notizia in cui si diceva che un prete americano sarebbe morto mentre faceva “sesso” con un cavallo. Vedasi Ultimissima 25/10/10. Per non parlare, poi, della foto in cui Papa Benedetto XVI, all’epoca novello sacerdote, viene fatto passare come filo-nazista diffondendo una fotografia appositamente tagliata in cui sembra fare il tipico saluto dei seguaci di Hitler, quando invece sta semplicemente officiando una funzione religiosa, si veda Ultimissima 25/03/11 

In questi giorni ne gira un’altra: il cardinale polacco Józef Glemp è stato fotografato mentre prova un fucile da guerra e la foto (di seguito) viene diffusa sostenendo si tratti della certificazione che lo IOR (Istituto per per le Opere di Religone)  è il secondo azionista della fabbrica d’armi Beretta. L’intenzione, si sostiene, è quella di mostrare la Santa Sede come un’organizzazione losca e temporale che, dietro il paravento del Vangelo, sarebbe pronta anche a sganciare bombe atomiche pur di far soldi ed avere potere.

Peccato che la foto non è stata scattata nella fabbrica Beretta e nemmeno in Italia, i personaggi della stessa sono russi, tranne il cardinale Józef Glemp che, in un suo ultimo viaggio dipomatico in Russia, era stato accidentalmente inviato in una caserma militare per far visita pastorale alla minoranza religiosa dei soldati cattolici. Nell’occasione, gli è stato messo in mano questo fucile (scarico, e che manca persino del calcio) per una semplice foto bizzarra. Un gesto forse eccessivamente ingenuo da parte del religioso, considerando il livello degli aggressori del cattolicesimo di oggi. L’arma che impugna inoltre, non è una Beretta, bensì il nuovo fucile Dragunov SVD. La questione si è comunque chiusa dopo il  comunicato ufficiale della stessa Fabbrica Armi Pietro Beretta (FAPB) diffuso da Luisa Achino: «In relazione a notizie diffuse nei giorni scorsi circa la composizione dell’azionariato di Beretta Holding, la società smentisce nella maniera più ferma che IOR o società ad esso riconducibilisiano parte della compagine degli azionisti della società stessa o di società da essa controllate. Beretta Holding, che controlla un gruppo di imprese principalmente attivo nel settore dello sport, caccia e tempo libero, è un’azienda di proprietà famigliare da 15 generazioni».

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