Il 2 aprile 2005 si spegneva il grande timoniere della chiesa, oggi beato. La Redazione del Sito SME, lo ricorda con particolare affetto. 

di Luca Rolandi

Sono trascorsi sette anni dl giorno in cui si spense Giovanni Paolo II. Una lunga agonia che il mondo seguì con ansia e grande partecipazione emotiva e spirituale. Una morte che colpì tutti: credenti e non credenti, cattolici e laici. Era un sabato, l’orologio segnava le 21.37. In quel momento si certificò il passaggio di Karol Wojtyla. Alle 22 la notizia era comunicata da monsignor Leonardo Sandri: “Il Papa è tornato nella casa del Padre” fu l’annuncio in una piazza San Pietro gremita che accompagnò l’annuncio con un unico lunghissimo applauso, pianti e preghiere. In molti restarono in silenzio piangendo, altri continuarono a guardare la finestra al terzo piano del palazzo apostolico con le luci accese. Suonarono le campane in piazza San Pietro. Gli oltre 60mila fedeli riuniti in piazza San Pietro recitarono “l’Eterno riposo”.

Scriveva sull’Osservatore Romano del 2 aprile 2011 Konrad Krajewski “Stavamo in ginocchio attorno al letto di Giovanni Paolo II. Il Papa giaceva in penombra. La luce discreta della lampada illuminava la parete, ma lui era ben visibile.
Quando è arrivata l’ora di cui, pochi istanti dopo, tutto il mondo avrebbe saputo, improvvisamente l’arcivescovo Dziwisz si è alzato. Ha acceso la luce della stanza, interrompendo così il silenzio della morte di Giovanni Paolo II. Con voce commossa, ma sorprendentemente ferma, con il tipico accento montanaro, allungando una delle sillabe, ha cominciato a cantare: “Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore”.

I solenni funerali di papa Wojtyla sono presieduti dal cardinale Ratzinger. Dal 2 all’8 aprile arrivano a Roma tre milioni di pellegrini. In quei giorni, 21 mila persone entrano ogni ora nella basilica vaticana, 350 al minuto. La media di tempo necessaria per vedere i resti mortali del Papa è di 13 ore, mentre il tempo massimo di attesa è di 24 ore. La fila arriva a una lunghezza di cinque chilometri. Il giorno dei funerali 500 mila fedeli seguono le esequie in piazza San Pietro e in via della Conciliazione, mentre 600 mila da altri luoghi di Roma attraverso dei maxischermi. Grandi cartelli in mezzo alla folla dei fedeli invocano «Santo subito». Sei anni dopo il 1 maggio 2011 Karol Woytila era proclamato beato dal suo successore Benedetto XVI.

Nel quarto anniversario della morte papa Ratzinger, il 2 aprile 2009, ricordava così Giovanni Paolo II: “…Come padre affettuoso e attento educatore, indicava sicuri e saldi punti di riferimento indispensabili per tutti, in special modo per la gioventù. E nell’ora dell’agonia e della morte, questa nuova generazione volle manifestargli di aver compreso i suoi ammaestramenti, raccogliendosi silenziosamente in preghiera in Piazza San Pietro e in tanti altri luoghi del mondo. Sentivano, i giovani, che la sua scomparsa costituiva una perdita: moriva il “loro” Papa, che consideravano “loro padre” nella fede. Avvertivano al tempo stesso che lasciava loro in eredità il suo coraggio e la coerenza della sua testimonianza. Non aveva egli sottolineato più volte il bisogno di una radicale adesione al Vangelo, esortando adulti e giovani a prendere sul serio questa comune responsabilità educativa?…”

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