di Alessandro Scaccianoce

Con la V Domenica di Quaresima siamo entrati nel Tempo di Passione. L’itinerario battesimale che ha segnato la Quaresima fino a questo punto, adesso lascia il posto alla contemplazione della Passione del Signore. Uno spettacolo terribile e crudele, dal quale non sottraiamo neppure lo sguardo dei bambini, come si farebbe per qualsiasi altra immagine raccapricciante. Non si tratta di “immagini consigliate ad un pubblico adulto”, nè di “immagini sconsigliate ad un pubblico sensibile”. Anzi, con orgoglio, ancora una volta, siamo pronti ad offrire al mondo la visione dell’ “uomo dei dolori”, maltrattato, umiliato, piagato.  Sappiamo infatti che  «per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (Is 53, 5). A quelle piaghe torniamo a guardare sapendo che esse sono la fonte della nostre guarigione. Lo “scandalo della croce” resta tale, anche a distanza di 2000 anni. Per comprendere la crudezza delle torture inflitte al Signore Gesù può aiutare vedere queste immagini, in cui un uomo, legato ad un palo, viene frustato per aver disobbedito alla sharia. Ancora una volta la violenza dell’uomo sull’uomo, ingiusta, seppur ammantata di una apparente “giustizia”: http://video.corriere.it/video-choc-libia-alcuni-giovani-frustati-la-sharia/f7b4c0f6-8f32-11e2-95d7-5288341dcc81.

Ma – ci chiediamo – in che modo una ferita può guarire? Il mondo, infatti, giudica negativamente il dolore. La carne squarciata del Signore ci consente di guardare in profondità, oltre l’apparenza, e scoprire l’abisso di misericordia del cuore di Dio. Le sue ferite sono l’origine della nostra salvezza. Non per un gusto masochistico, ma perchè sono piaghe accettate e accolte nell’obbedienza di un amore che alla fine vince. Egli prende su di sè il male, per togliere il male dal mondo: “Alla prepotenza del Male ha opposto l’onnipotenza del suo Amore” (Benedetto XVI).

La salvezza viene dalla croce, ci insegna la fede. Cristo che abbraccia la croce, Maria che crocifigge il suo cuore insieme al corpo di Cristo. In un’aderenza totale alla realtà. Gesù e Maria ci insegnano a stare davanti alla realtà, a stare dinanzi alle circostanze. A non fuggire. Dinanzi allo smarrimento per un futuro che fa paura, incapaci di trarre lezioni dal passato, si può trovare forza entrando in profondità, nelle pieghe della storia, nelle piaghe del crocifisso.

“Dentro le tue piaghe dammi rifugio” è l’invocazione di un’antica preghiera. Da quelle piaghe è possibile guardare la storia, sapendo che c’è un Mistero più grande di noi che conduce la nostra vita. Nostro compito è aderirvi.

«Dalle sue piaghe siete stati guariti» (1Pt 2,24) ribadisce l’Apostolo Pietro. Cristo ha preso su di sé il male e l’ha sconfitto. Ha dimostrato che si può soffrire, ma che si può anche vincere la sofferenza, il male, il peccato.

«Per Cristo e in Cristo si illumina l’enigma del dolore e della morte» (Gaudium et Spes, 22).

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