Conclusione del corso di esercizi spirituali per i giovani della Comunità Ecclesiale di Biancavilla, questa sera presso la chiesa del monastero “S. Chiara”. Presente all’evento l’Icona della Madonna dell’Elemosina. Nella sua omelia, P. Nino La Manna, ha ricordato che la lettura dell’Antico Testamento mette in guardia dalla tentazione di cercare il vitello d’oro, la divinità visibile e palpabile fatta su misura per dell’uomo. La lettura del Vangelo secondo Giovanni invita invece ogni creatura umana a credere in Gesù Cristo, fondamento della vera fede. E Maria, Madre di Misericodia, come il suo Dio, ha occhi e cuore di madre che si allargano all’umanità universale.

di Don Antonino La Manna*

“Scambiarono la loro gloria con la figura di un toro che mangia erba… Dimenticarono Dio che li aveva salvati, che aveva operato in Egitto cose grandi… ed egli li avrebbe sterminati se Mosè, il suo eletto, non si fosse posto sulla breccia davanti a lui per impedire alla sua collera di distruggerli…” (Sal 105).

Così ci fa pregare la Chiesa oggi nel salmo responsoriale. Ci ritroviamo, rispetto a quello che abbiamo letto finora su Giona, nella situazione esattamente inversa: se lì era Dio che cercava di far ragionare Giona, quasi intercedendo per Ninive, qui è Mosè che cerca di far ragionare Dio, intercedendo per Israele, ricordandogli la Sua identità di salvatore dall’Egitto e di amico di Abramo. E il Signore si lascia convincere… al contrario di Giona. L’effetto è lo stesso che per Ninive: Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare  al suo popolo.

E Dio potrebbe avere delle buone ragioni da addurre: il popolo, non ignorante come Ninive, perché ha visto aprirsi il mare e lo ha visto ricadere sui suoi nemici, stanco di attendere i tempi di Dio, di quello vero, ha sfogliato il catalogo degli dei, sempre ben fornito, e si è scelto il dio che gli piace (in questo addirittura aiutato dal proprio sacerdote) osando addirittura attribuirgli l’identità del vero Dio: Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto. Ecco questo si che è un dio che ci piace, finalmente…

Un dio che piace, che si può trasportare dove vogliamo, piuttosto che lasciare che sia Lui a condurre noi per vie che non gradiamo e in tempi che non conosciamo…

Ma il Dio di Israele, misterioso, imprevedibile, continua imperterrito a voler salvare questo popolo (e tutti i popoli) con mezzi che di solito non gradiamo, come l’Ultimo e Definitivo: Gesù Cristo. “Non credete a colui che egli ha mandato” è l’amara constatazione di Gesù nel Vangelo di oggi. Siamo al c. 5, che ci ha raccontato alcuni giorni fa la guarigione misericordiosa del paralitico alla piscina di Betzatà, in giorno di sabato, fatto per cui Gesù viene contestato. Non si può operare la misericordia in giorno di sabato…

Eppure Gesù si ostina a ricordarci che quello che compie non solo non è una trasgressione alla legge di Dio, ma piuttosto un compiersi delle sue opere. Ci rivela infine il segreto motivo (che non osiamo ammettere neanche a noi stessi) per cui ci irrita il suo modo di fare: Non avete in voi l’amore di Dio. La sua parola autorevole ci svela a noi stessi: siamo lontani miglia dalla prospettiva di misericordia del Padre, ecco perché non lo riconosciamo nelle sue opere. Una misericordia che risana, ben inteso, che non lascia l’uomo nell’idolatria della propria volontà, ma lo guarisce nel profondo del suo io (va e non peccare più), come ha fatto con noi due giorni fa, e gli fa condividere il suo arduo, sofferto, ma glorioso cammino di amore…

Ma c’è una di noi, non famosa come Abramo e Mosè, ma che riassume perfettamente in sé il loro amore per Dio e la loro intercessione, che già all’inizio della missione di Gesù, lo accosta e gli dice semplicemente: Non hanno vino… non hanno in loro il vino dell’amore di Dio. Non un’accusa, ma una constatazione dolorosa e trepidante di attesa. Non è un’eroina da antichi libri biblici, non ha la spada come Giuditta, né è una nota profetessa come Debora… è un’anonima massaia, che fa la spola tra la cucina e la sala da pranzo, ma che, come il suo Dio, ha occhi e cuore di madre che si allargano all’umanità universale e chiede al Figlio di dare loro il vino… quel vino che fra un po’ ci sarà offerto per la remissione dei peccati e che Lei, tenero sguardo materno su Israele e Ninive, entrambe amate da Dio, sta, ora come allora, chiedendo per noi… a te, Maria, figlia di Abramo e Madre della misericordia fatta carne nel tuo e nostro Gesù, salga il nostro grazie… e attraverso il tuo cuore, alla Trinità. Amen.

*Biblista, parroco in San Pietro, Adrano.

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