La famiglia è l'antidoto della crisi economica

Pubblichiamo di seguito alcune tra le più interessanti riflessioni che sono state fatte nell’ambito del convegno su “La famiglia come motore della crescita economica. Valori e prospettive”, svoltosi, ieri a Roma, nel contesto della giornata per il dialogo tra Cristiani e Ebrei..

“L’ebraismo e il cristianesimo sono le uniche due religioni che mettono la persona, la famiglia e i figli al centro”, ha detto il direttore dell’agenzia ZENIT, Antonio Gaspari. “Una famiglia unita conduce ad una società più coesa e solidale e l’economia e la politica devono proteggere questa cellula fondamentale”.

“I figli, che sono la vera speranza per il futuro, ormai sono visti solo come una minaccia ed una limitazione del presente. Questo porta l’uomo a favorire l’aborto, la sterilizzazione, la fecondazione in vitro e tutte quelle altre tecniche che lo rendono esperimento di se stesso e impoveriscono la vita”.

Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello IOR, ha dichiarato, invece, a gran voce che è stato proprio il crollo delle nascite, dagli anni ’70 fino ai giorni nostri, a portarci alla situazione attuale di crisi.

“Se noi sei relatori fossimo il Governo avremmo risolto subito il problema economico, perché sapremmo dove puntare: sulla famiglia!”, ha esclamato sarcasticamente. Presentando, poi, il breve schema dei cinque ‘NO’, il presidente IOR ha illustrato gli effetti negativi che si producono “nel momento in cui s’interrompono le nascite e s’ignorano famiglia e figli nel mondo occidentale”.

No crescita dell’economia: “Negli ultimi 30 anni non sono nati bambini, e il numero di abitanti che eravamo in Italia nel 1980, è rimasto invariato, quindi come fa a crescere il PIL che cresce solo quando si consuma di più?”.

No risparmio: “Uno dei fenomeni dei nostri giorni è che le banche non hanno liquidità – ha osservato – il motivo è che non si risparmia più da 25 anni.”.

“Nel 1975-80 il tasso di accumulazione del risparmio delle famiglie italiane era il 27%, oggi il 4.5! Su cento lire guadagnate, 27 venivano messe in banca, entravano nel ciclo degli investimenti e dell’intermediazione. Oggi tutto quello che si guadagna viene speso, consumato, non c’è risorsa per l’intermediazione finanziaria”.

No matrimonio: “Come mai oggi non c’è possibilità di sposarsi prima dei 32 anni? Perché una giovane coppia non può permettersi di comprare una casa, dovuto al fatto che, anche se professionisti, guadagnano la metà rispetto a trent’anni fa, conseguenza dell’aumento delle tasse dal 25% al 50%”.

No anziani: “I figli non nascono e la popolazione invecchia e va in pensione. Questo economicamente significa aumento di costi fissi: sanità e vecchiaia. La società non ha più soldi per mantenere gli anziani e si studia, perciò, la cosiddetta ‘morte subìta’”.

No lavoro: “Per poter consumare, abbiamo delocalizzato in Asia le produzioni più importanti. Il 50% di quello che prima era prodotto nel mondo occidentale, oggi viene importato perché costa meno. Spostando la produzione, si sono delocalizzati anche i posti di lavoro. Il lavoro quindi non c’è più e il 70-80 % sono solo servizi”.

Sullo stesso filone anche Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità ebraica di Roma, che ha definito la famiglia un “istituto fallimentare”, secondo quanto ci è presentato nelle prime pagine della Bibbia.

“E’ un paradosso – ha detto il rabbino – ma sin dalla Genesi ci vengono mostrate situazioni familiari negative: Caino e Abele; Giuseppe venduto dai fratelli; Esaù e Giacobbe e via dicendo. Questo però dimostra che la famiglia è il luogo della vita, dove si sbaglia, ci sono errori da parte dei genitori, ma senza di essa non si può vivere”.

È seguita poi la panoramica della crisi della famiglia, che in realtà, secondo Di Segni, non è altro che “trasformazione” di un “sistema sin dalle origini basato sulla famiglia” in un altro sistema “moderno” secondo il quale “la famiglia patriarcale è diventata famiglia mononucleare; il tasso di fecondità femminile si è ridotto all’1,3 %; le donne partoriscono dopo i 30 anni e non ci sono più matrimoni, ma nel migliore dei casi convivenze”.

“La legge economica ha preso il sopravvento su tutta la vita della società è diventata ‘anima’, tralasciando la sua identità di ‘corpo’, di qualcosa cioè di strumentale”. “Se vogliamo riportare l’economia al suo vero ruolo – ha dichiarato mons. Leuzzi , in conclusione della conferenza – se vogliamo superare l’idea che la società non cresce solo se produce di più, dobbiamo recuperare l’amore coniugale, prima comunità dove l’uomo impara non solo a produrre, ma a costruire”.

Le Quarantore: storia e spiritualità di una pratica antica e sempre nuova

Redazione SME

Le Quarantore sono una delle forme di esposizione eucaristica, come ve ne erano tante e varie dal tardo Medioevo in poi. Si può dire che esse furono la forma tipica che l’adorazione solenne del Sacramento prese in Italia verso il principio del sec. XVI. Esse si richiamano in particolare alle 40 ore che Nostro Signore passò nel sepolcro, e forse traggono la loro origine nell’adorazione che si faceva tra il Giovedì santo e il Venerdì Santo davanti alla “Reposizione” del Sacramento, che appunto veniva tradizionalmente chiamata Sepolcro. Si cominciò a praticarle a Milano nel 1527, come pio esercizio per scongiurare le calamità belliche del momento, dietro la spinta di Gian Antonio Bellotti, che ottenne che venissero praticate quattro volte in un anno. In tale occasione però il SS. Sacramento non veniva esposto, poiché l’adorazione avveniva davanti al tabernacolo chiuso. È controverso chi abbia per primo incominciato ad esporre per l’occasione il Sacramento, tra speciale rilievo di luci e di addobbi. Sembra che la cosa sia ad ogni modo cominciata a Milano, o nel 1534 per opera di P. Bono da Cremona, barnabita, o nel 1537 per opera del cappuccino P. Giuseppe da Fermo, al quale ad ogni modo va soprattutto il merito, oltre che di aver diffuso la pratica in altre importanti città italiane, di aver disposto che l’esposizione e l’adorazione del Sacramento passasse da una chiesa all’altra nella stessa città, in modo da creare un ciclo completo di adorazione durante tutto un anno (Adorazione perpetua).
A questa pratica furono assegnate le prime indulgenze da Papa Paolo III, ed essa ricevette la prima organizzazione stabile per Milano da S. Carlo Borromeo, nel I Conc. Provinciale del 1565.
A Roma ebbe un grande fautore in S. Filippo Neri, che la prese come una delle principali pratiche di devozione per la sua Confraternita, e la solenne festa esteriore con cui accompagnava la pratica contribuì a fare di lui il padre degli oratori musicali, che tanto decoro artistico diedero alla musica del tempo.
Il Papa Clemente VIII, nel 1592, diede una prima regolamentazione, disponendo che con l’esposizione delle Quarantore, “una catena ininterrotta di preghiere…”, ad ogni ora del giorno e della notte, in tutto l’anno” si creasse a Roma. Finalmente Clemente XII, nel 1731, stabilì tutto il cerimoniale con cui si devono praticare le Quarantore con una istruzione che porta il nome di Instusctio Clementina.
Le Quarantore previste dalla Instructio Clementina si devono praticare naturalmente solo in quelle città che hanno molte chiese. La pratica però non tardò ad estendersi anche nei centri minori, almeno come esercizio annuale, specialmente dopo l’avvio che la cosa prese a Macerata nel 1556, per opera di due missionari gesuiti, che volendo ritrarre la gente da uno spettacolo immorale, organizzarono l’esposizione delle Quarantore con particolare solennità. La cosa non solo riuscì, ma contribuì a dare all’esercizio quel carattere di espiazione che riveste particolarmente nei luoghi dove si fa una volta all’anno, e precisamente nel periodo del Carnevale.
Il Papa Leone XIII, nel 1897, estese a tutte le chiese del mondo le indulgenze che alla pia pratica erano state concesse nella città di Roma.
“Dizionario pratico di Liturgia Romana” (ed. Studium)

Biancavilla aderì alla pratica eucaristica delle Quarantore grazie alle indicazioni liturgiche trasmesse a tutte le Comunità ecclesiali della Diocesi di Catania dall’Arcivescovo Card. Giuseppe Francica Nava (1895-1928). Ancora oggi, sostanzialmente con le stesse modalità rituali di un tempo (S. Messa, Ufficio divino, predicazione), nelle parrocchie e comunità religiose della città, la presenza eucaristica del Dio vivo e vero continua a presentarsi solennemente negli altari delle chiese per dare all’uomo speranza e occasione di salvezza.

Turni Sacre Quarantore nelle Comunità ecclesiali di Biancavilla

Redazione SME

Arcidiocesi Metropolitana di Catania
COMUNITÀ ECCLESIALE DI BIANCAVILLA

 “La Parola di Dio
si fa carne sacramentale
nell’evento eucaristico”

Benedetto XVI, Verbum Domini

  S A C R E   Q U A R A N T O R E

Turni di adorazione eucaristica

ANNO 2012

16 – 17 – 18 Gennaio:
Monastero “S. Chiara d’Assisi”

19 – 20 – 21 Gennaio:
Parrocchia “Maria SS. Annunziata”

23 – 24 – 25 Gennaio:
Parrocchia “Cristo Re”

26 – 27 – 28 Gennaio:
Parrocchia “SS. Salvatore”

30 – 31 Gennaio – 1 Febbraio:
Parrocchia “SS. Cuore di Gesù”

2 – 3 – 4 Febbraio:
Convento “S. Francesco d’Assisi”

6 – 7 – 8 Febbraio:
Parrocchia “S. Maria dell’Idria”

9 – 10 – 11 – 13 – 14 Febbraio:
Parrocchia “S. Maria dell’Elemosina”

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