La normalità, la coerenza, la logica di San Giuseppe

 

del prof. Plinio Corrêa de Oliveira  
 
L’episodio è molto noto e ci viene raccontato nel Vangelo di S. Matteo.
 
Quando san Giuseppe scoprì che la sua promessa sposa aveva concepito un figlio del quale egli non era il padre, fu messo davanti ad una situazione assurda, poiché la Madonna era evidentemente santa. Egli non poteva assolutamente dubitarne, perché la Sua santità risplendeva in ogni modo possibile. Si era creata, quindi, una situazione sconvolgente e con la quale egli non poteva convivere.
 
Invece di denunciarla, come prescriveva la legge ebraica, egli escogitò l’unica soluzione logica: “Qui c’è uno di troppo. Ma, chi se ne deve andare via non è certo questa Madre, che è Signora e Regina, né tanto meno il Figlio che Ella ha concepito. Qualcuno se ne deve andare, e questo sono io. Abbandonerò la casa e sparirò. Non capisco questo mistero, ma non mi ribellerò contro di esso. Finirò i miei giorni lontano da qui, venerando questo mistero che non riesco a penetrare”.
 
Di fronte all’incomprensibile, san Giuseppe reagì con una logica lineare. Analizzate la sua calma. E’ una calma che soltanto gli uomini di logica possono vantare. Egli doveva abbandonare il maggior tesoro della Terra, cioè Maria Santissima, e questo gli procurava una sofferenza immensa, inimmaginabile. Ma egli restava calmo.
 
Il Vangelo racconta che, mentre dormiva, «ecco un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché colui che in lei è stato concepito è opera dello Spirito Santo. Essa darà alla luce un figlio e tu gli porrai nome Gesù, perché sarà lui che salverà il popolo suo dai suoi peccati”».
 
Non so se ci avete fatto caso ma, la sera prima del tremendo atto che stava per compiere, san Giuseppe dormiva… E anche questo era logico. Egli doveva intraprendere un lungo viaggio, e perciò doveva prima riposarsi. Piegato dall’immane sofferenza, egli tuttavia dormiva. L’angelo gli apparve e sciolse il mistero. Ed egli continuò a dormire tranquillamente. All’alba, egli si alzò e riprese la vita quotidiana come se niente fosse. Somma normalità, somma coerenza, somma logica! In onore di san Giuseppe, la cui festa oggi celebriamo, ecco questo piccolo commento che vuol essere anche un elogio della logica.

Mercoledì in onore di San Giuseppe

Il giorno di Mercoledì nella devozione popolare è particolarmente consacrato a San Giuseppe, agli omaggi di preghiera e di culto al grande Patriarca.

Le numerose grazie ottenute da quanti praticano tale devozione, stanno a testimoniare come San Giuseppe accetti e rimuneri questo filiale tributo.

Si raccomandano le seguenti pratiche: S. Messa con Comunione, preghiere in onore del Santo e preghiere per i morenti. E, certamente, un segno concreto di devozione, come la venerazione di un’immagine del Santo, e, soprattutto, qualche opera buona (per es. visita ad un infermo, un’elemosina, una mortificazione, ecc.).

PREGHIERA A SAN GIUSEPPE (del beato Giovanni XXIII)

O San Giuseppe,

scelto da Dio per essere su questa terra

custode di Gesù e sposo purissimo di Maria,

tu hai trascorso la vita nell’adempimento perfetto del dovere,

sostentando col lavoro delle tue mani

la Santa Famiglia di Nazareth,

proteggi propizio noi che, fiduciosi, ci rivolgiamo a te.

Tu conosci le nostre aspirazioni,

le nostre angustie e le nostre speranze:

a te ricorriamo, perché sappiamo di trovare in te chi ci protegge.

Anche tu hai sperimentato la prova, la fatica, la stanchezza;

ma il tuo animo, ricolmo della più profonda pace,

esultò di gioia per l’intimità con il figlio di Dio a te affidato,

e con Maria, sua dolcissima Madre.

Aiutaci a comprendere che non siamo soli nel nostro lavoro,

a saper scoprire Gesù accanto a noi,

ad accoglierlo con la grazia e custodirlo con la fedeltà

come tu hai fatto.

Ottieni che nella nostra famiglia tutto sia santificato

nella carità, nella pazienza, nella giustizia e nella ricerca del bene.

Amen.

Sacro Settenario: Ave a San Giuseppe

Ti saluto, o Giuseppe, 

tu che sei stato colmato della Grazia Divina. 

II Salvatore ha riposato nelle tue braccia 

ed è cresciuto sotto i tuoi occhi. 

Tu sei benedetto fra tutti gli uomini 

benedetto è Gesù,

il Bambino divino della tua Vergine Sposa.

San Giuseppe, dato come padre al Figlio di Dio, 

prega per noi e per le nostre preoccupazioni familiari, 

di salute e di lavoro, sino alla fine dei nostri giorni, 

e degnati di soccorrerci alla nostra morte. Amen.

* * *

Ave, o Giuseppe, uomo giusto,

Sposo verginale di Maria

e padre davidico del Messia.

Tu sei benedetto fra gli uomini,

e benedetto è il Figlio di Dio 

che a Te fu affidato: Gesù.

San Giuseppe, patrono della Chiesa universale,

custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia

e soccorrici nell’ora della nostra morte.  Amen.

* * *

Ave Giuseppe, Figlio di Davide,

scelto dal Padre custode del figlio.

Tu sei benedetto tra gli uomini,

e benedetto è  il tuo amato Gesù.

Giusto tra i giusti, Sposo di Maria, 

prega per noi peccatori,

 adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

 


La preghiera del “Settenario” di San Giuseppe

Da recitarsi per sette giorni consecutivi, a partire dal 12 marzo, per esprimere la propria devozione a san Giuseppe e chiedere una grazia al Signore per intercessione del Santo Patriarca.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre.
Credo.

San Giuseppe, fedele cooperatore nella nostra Redenzione, abbi pietà della povera umanità ancora avvolta in tanti errori, vizi e superstizioni.
Tu fosti docile strumento nelle mani del Padre celeste a disporre tutto per la nascita e la fanciullezza di Gesù in preparazione della Vittima, del Sacerdote, del Maestro Divino. O santo docilissimo al volere di Dio, ottienici zelo per le vocazioni e la loro formazione. Per noi ti chiediamo generosa e costante corrispondenza al prezioso dono della chiamata di Dio.

San Giuseppe, prega per noi.

San Giuseppe, modello di ogni virtù, ottienici il tuo spirito interiore. Nel silenzio amoroso ed operoso, nella pratica di tutte le prescrizioni religiose e sociali, nella docilità a tutto il volere di Dio, hai raggiunto un altissimo grado di santità e di gloria celeste.
Ottienici aumento di fede, speranza e carità; larga infusione delle virtù cardinali; abbondanza dei doni dello Spirito Santo.

San Giuseppe, prega per noi.




San Giuseppe, ti veneriamo come modello dei lavoratori, amico dei poveri, consolatore dei sofferenti ed emigranti, Padre della Provvidenza.
Sopra la terra hai rappresentato la bontà e la premura universale del Padre celeste. Fosti falegname e maestro di lavoro al Figlio di Dio, fattosi umile lavoratore per noi. Soccorri con le tue preghiere quanti faticano nel lavoro intellettuale, morale e materiale. Alle nazioni ottieni una legislazione conforme al Vangelo, lo spirito di carità cristiana, un ordinamento conforme a giustizia e pace.

San Giuseppe, prega per noi.

San Giuseppe, padre davidico di Gesù, benedico il Signore per le intime tue comunicazioni con lui durante la sua infanzia e giovinezza a Betlemme, in Egitto, a Nazaret. Lo hai paternamente amato e sei stato filialmente riamato. La tua fede ti faceva adorare in lui il Figlio di Dio incarnato, mentre lui ti ubbidiva, ti serviva, ti ascoltava. Avevi con lui soavi conversazioni, comunanza di lavoro, grandi pene e dolcissime consolazioni. Ottienimi la grazia di mai offendere e perdere Gesù col peccato. Prega per me che possa sempre comunicarmi e confessarmi bene, arrivare ad una grande intimità e a un amore tenero e forte verso Gesù, sopra la terra, ed a possederlo per sempre in cielo.

San Giuseppe, prega per noi.

San Giuseppe, sposo verginale di Maria, umilmente ti preghiamo di ottenerci una vera devozione alla nostra tenera Madre, Maestra e Regina. Per divina volontà, la tua missione fu associata a quella di Maria. Con Maria dividesti pene e gioie; con lei vi fu una santa uguaglianza di virtù, di lavoro e di meriti; unione di mente e di cuore. O san Giuseppe, prega per i padri e le madri di famiglia. Ottienici la grazia di conoscere la Santissima Vergine Maria, di imitarla, amarla e pregarla sempre. Attira tante anime al suo cuore materno.

San Giuseppe, prega per noi.




San Giuseppe, protettore degli agonizzanti, ti supplichiamo per tutti i morenti e per la tua assistenza nell’ora della nostra morte. Tu meritasti un transito felice con una santa vita, e nelle tue ultime ore avesti l’ineffabile consolazione dell’assistenza di Gesù e Maria.
Liberaci dalla morte improvvisa; concedici la grazia di imitarti in vita, di distaccare il cuore da ogni cosa mondana e di raccogliere ogni giorno tesori per il momento della morte. Fa’ che allora possiamo ricevere bene i Sacramenti degli infermi e con Maria ispiraci sentimenti di fede speranza, carità e dolore dei peccati, perché spiri in pace l’anima nostra.

San Giuseppe, prega per noi.




San Giuseppe, protettore della Chiesa universale, volgi benigno lo sguardo sopra il Papa, i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i fedeli; prega per la santificazione di tutti. La Chiesa è il frutto del Sangue di Gesù, Figlio di Dio a te affidato. Innalziamo a te le nostre suppliche per l’estensione, la libertà, l’esaltazione della Chiesa. Difendila dagli errori, dal male e dalle forze dell’inferno come un giorno salvasti l’insidiata vita di Gesù dalle mani di Erode. Si avveri il sospiro di Gesù: un solo ovile sotto un solo pastore.

San Giuseppe, prega per noi.

Da domani il settenario a San Giuseppe: egli non rifiuta nessuna grazia

Inizia domani, 12 marzo, il settenario in preparazione alla solennità di San Giuseppe, che tutta la Chiesa celebrerà il 19 marzo prossimo. Per promuovere la devozione al Santo Patriarca, patrono della Chiesa universale, pubblichiamo una mediatazione di Santa Teresa D’Avila.

“Io presi come avvocato S. Giuseppe e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio padre e protettore mi aiutò nelle necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi in cui era in gioco il mio onore e la salute dell’anima mia. Ho visto chiaramente che il suo aiuto fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare.

Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia senza averla subito ottenuta. Ed è cosa che fa meraviglia ricordare i grandi favori che il Signore mi ha fatto e i pericoli di anima e di corpo da cui mi ha liberata per l’intercessione di questo santo benedetto.

Ad altri santi sembra che Dio abbia concesso di soccorrerci in questa o in quell’altra necessità, mentre ho sperimentato che il glorioso S. Giuseppe estende il suo patrocinio su tutte. Con ciò il Signore vuole darci a intendere che, a quel modo che era a lui soggetto in terra, dove egli come padre putativo gli poteva comandare, altrettanto gli sia ora in cielo nel fare ciò che gli chiede. Ciò han riconosciuto per esperienza varie altre persone che dietro mio consiglio gli si sono raccomandate. Molte altre gli si son da poco fatte devote per aver sperimentato questa verità.

Procuravo di celebrarne la festa con la maggior possibile solennità… Per la grande esperienza che ho dei favori di S. Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devoti. Non ho conosciuta persona che gli sia veramente devota e gli renda qualche particolare servizio senza far progressi in virtù. Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a lui. È già da vari anni che nel giorno della sua festa gli chiedo qualche grazia, e sempre mi sono vista esaudita. Se la mia domanda non è tanto retta, egli la raddrizza per il mio maggior bene.

Chiedo solo, per amor di Dio, che chi non mi crede ne faccia la prova, e vedrà per esperienza come sia vantaggioso raccomandarsi a questo glorioso patriarca ed essergli devoti“.

«Gli devono essere affezionate specialmente le persone di orazione, perché non so come si possa pensare alla Regina degli Angeli e a quanto Lei ha sofferto col Bambino Gesù, senza ringraziare S. Giuseppe che fu loro di tanto aiuto.Chi non avesse maestro da cui imparare a far orazione, prenda per guida questo santo glorioso e non si sbaglierà”.

V stazione: Gesù incontra sua madre…

Meditazioni sulla V stazione della via Crucis illustrate con i simulacri della Vergine Addolorata che si venerano a Biancavilla, Adrano, Santa Maria di Licodia e Paternò (in provincia di Catania).

 

Sulla Via Crucis di Gesù c’è anche Maria, sua Madre. Durante la sua vita pubblica dovette farsi da parte, per lasciare spazio alla nascita della nuova famiglia di Gesù, la famiglia dei suoi discepoli. Dovette anche sentire queste parole: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?…Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12, 48-50). Adesso si vede che ella, non soltanto nel corpo, ma nel cuore, è la Madre di Gesù. Ancor prima di averlo concepito nel corpo, grazie alla sua obbedienza, lo aveva concepito nel cuore. Le fu detto: “Ecco concepirai un figlio…Sarà grande…il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre” (Lc 1, 31ss). Ma poco dopo aveva sentito dalla bocca del vecchio Simeone un’altra parola: “E anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2, 35). Così si sarà ricordata delle parole pronunciate dai profeti, parole come queste: “Maltrattato, si lascò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello” (Is 53,7). Ora tutto questo diventa realtà. Nel suo cuore avrà sempre custodito la parola che l’angelo le aveva detto quando tutto cominciò: “Non temere, Maria” (Lc 1,30).

I discepoli sono fuggiti, ella non fugge. Ella sta lì, con il coraggio della madre, con la fedeltà della madre, con la bontà della madre, e con la sua fede, che resiste nell’oscurità: “E beata colei che ha creduto” (Lc 1, 45). “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18, 8). Sì, in quel momento egli lo sa: troverà la fede: Questa, in quell’ora. è la sua grande consolazione” (Benedetto XVI).

Sotto la croce Maria è chiamata a dire un secondo “sì”, dopo il sì dell’Annunciazione, con il quale è diventata Madre di Gesù, aprendo così la porta alla nostra salvezza.

Con questo secondo sì Maria diventa madre di tutti noi, di ogni uomo e di ogni donna per i quali Gesù ha versato il suo sangue. Una maternità che è segno vivente dell’amore e della misericordia di Dio per noi. Per questo sono tanto profondi e tenaci i vincoli di affetto e di fiducia che uniscono a Maria il popolo cristiano; per questo ricorriamo spontaneamente a lei, soprattutto nelle circostanze più difficili della vita.

Maria, però, ha pagato a caro prezzo questa sua universale maternità.

“Il primo significato dello sguardo che la Madre porta al Figlio è una identificazione. Chi avrebbe creduto che il Creatore, perché noi vivessimo il rapporto con tutte le cose, avrebbe dovuto perderle per poi riaverle? Sua Madre lo ha creduto subito. Madonna, rendici partecipi della coscienza con cui tu guardavi tuo Figlio morire solo, solo, sulla croce. Guardavi tuo Figlio camminare con gli uomini per cui è venuto a morire, solo” (don L. Giussani).

 

Orazione.

Maria, amando il tuo Cristo, rigeneri l’uomo nuovo, 

aiutaci a sperimentare nelle nostre anime

quella sofferenza piena di amore

che ti ha unito alla croce del tuo Figlio

per godere con te della gioia della risurrezione.

 Per Cristo nostro Signore.

Amen.