La normalità, la coerenza, la logica di San Giuseppe
Il giorno di Mercoledì nella devozione popolare è particolarmente consacrato a San Giuseppe, agli omaggi di preghiera e di culto al grande Patriarca.
Le numerose grazie ottenute da quanti praticano tale devozione, stanno a testimoniare come San Giuseppe accetti e rimuneri questo filiale tributo.
Si raccomandano le seguenti pratiche: S. Messa con Comunione, preghiere in onore del Santo e preghiere per i morenti. E, certamente, un segno concreto di devozione, come la venerazione di un’immagine del Santo, e, soprattutto, qualche opera buona (per es. visita ad un infermo, un’elemosina, una mortificazione, ecc.).
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE (del beato Giovanni XXIII)
O San Giuseppe,
scelto da Dio per essere su questa terra
custode di Gesù e sposo purissimo di Maria,
tu hai trascorso la vita nell’adempimento perfetto del dovere,
sostentando col lavoro delle tue mani
la Santa Famiglia di Nazareth,
proteggi propizio noi che, fiduciosi, ci rivolgiamo a te.
Tu conosci le nostre aspirazioni,
le nostre angustie e le nostre speranze:
a te ricorriamo, perché sappiamo di trovare in te chi ci protegge.
Anche tu hai sperimentato la prova, la fatica, la stanchezza;
ma il tuo animo, ricolmo della più profonda pace,
esultò di gioia per l’intimità con il figlio di Dio a te affidato,
e con Maria, sua dolcissima Madre.
Aiutaci a comprendere che non siamo soli nel nostro lavoro,
a saper scoprire Gesù accanto a noi,
ad accoglierlo con la grazia e custodirlo con la fedeltà
come tu hai fatto.
Ottieni che nella nostra famiglia tutto sia santificato
nella carità, nella pazienza, nella giustizia e nella ricerca del bene.
Amen.
Ti saluto, o Giuseppe,
tu che sei stato colmato della Grazia Divina.
II Salvatore ha riposato nelle tue braccia
ed è cresciuto sotto i tuoi occhi.
Tu sei benedetto fra tutti gli uomini
e benedetto è Gesù,
il Bambino divino della tua Vergine Sposa.
San Giuseppe, dato come padre al Figlio di Dio,
prega per noi e per le nostre preoccupazioni familiari,
di salute e di lavoro, sino alla fine dei nostri giorni,
e degnati di soccorrerci alla nostra morte. Amen.
* * *
Ave, o Giuseppe, uomo giusto,
Sposo verginale di Maria
e padre davidico del Messia.
Tu sei benedetto fra gli uomini,
e benedetto è il Figlio di Dio
che a Te fu affidato: Gesù.
San Giuseppe, patrono della Chiesa universale,
custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia
e soccorrici nell’ora della nostra morte. Amen.
* * *
Ave Giuseppe, Figlio di Davide,
scelto dal Padre custode del figlio.
Tu sei benedetto tra gli uomini,
e benedetto è il tuo amato Gesù.
Giusto tra i giusti, Sposo di Maria,
prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
Da recitarsi per sette giorni consecutivi, a partire dal 12 marzo, per esprimere la propria devozione a san Giuseppe e chiedere una grazia al Signore per intercessione del Santo Patriarca.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre.
Credo.
San Giuseppe, fedele cooperatore nella nostra Redenzione, abbi pietà della povera umanità ancora avvolta in tanti errori, vizi e superstizioni.
Tu fosti docile strumento nelle mani del Padre celeste a disporre tutto per la nascita e la fanciullezza di Gesù in preparazione della Vittima, del Sacerdote, del Maestro Divino. O santo docilissimo al volere di Dio, ottienici zelo per le vocazioni e la loro formazione. Per noi ti chiediamo generosa e costante corrispondenza al prezioso dono della chiamata di Dio.
San Giuseppe, prega per noi.
San Giuseppe, modello di ogni virtù, ottienici il tuo spirito interiore. Nel silenzio amoroso ed operoso, nella pratica di tutte le prescrizioni religiose e sociali, nella docilità a tutto il volere di Dio, hai raggiunto un altissimo grado di santità e di gloria celeste.
Ottienici aumento di fede, speranza e carità; larga infusione delle virtù cardinali; abbondanza dei doni dello Spirito Santo.
San Giuseppe, prega per noi.
San Giuseppe, ti veneriamo come modello dei lavoratori, amico dei poveri, consolatore dei sofferenti ed emigranti, Padre della Provvidenza.
Sopra la terra hai rappresentato la bontà e la premura universale del Padre celeste. Fosti falegname e maestro di lavoro al Figlio di Dio, fattosi umile lavoratore per noi. Soccorri con le tue preghiere quanti faticano nel lavoro intellettuale, morale e materiale. Alle nazioni ottieni una legislazione conforme al Vangelo, lo spirito di carità cristiana, un ordinamento conforme a giustizia e pace.
San Giuseppe, prega per noi.
San Giuseppe, padre davidico di Gesù, benedico il Signore per le intime tue comunicazioni con lui durante la sua infanzia e giovinezza a Betlemme, in Egitto, a Nazaret. Lo hai paternamente amato e sei stato filialmente riamato. La tua fede ti faceva adorare in lui il Figlio di Dio incarnato, mentre lui ti ubbidiva, ti serviva, ti ascoltava. Avevi con lui soavi conversazioni, comunanza di lavoro, grandi pene e dolcissime consolazioni. Ottienimi la grazia di mai offendere e perdere Gesù col peccato. Prega per me che possa sempre comunicarmi e confessarmi bene, arrivare ad una grande intimità e a un amore tenero e forte verso Gesù, sopra la terra, ed a possederlo per sempre in cielo.
San Giuseppe, prega per noi.
San Giuseppe, sposo verginale di Maria, umilmente ti preghiamo di ottenerci una vera devozione alla nostra tenera Madre, Maestra e Regina. Per divina volontà, la tua missione fu associata a quella di Maria. Con Maria dividesti pene e gioie; con lei vi fu una santa uguaglianza di virtù, di lavoro e di meriti; unione di mente e di cuore. O san Giuseppe, prega per i padri e le madri di famiglia. Ottienici la grazia di conoscere la Santissima Vergine Maria, di imitarla, amarla e pregarla sempre. Attira tante anime al suo cuore materno.
San Giuseppe, prega per noi.
San Giuseppe, protettore degli agonizzanti, ti supplichiamo per tutti i morenti e per la tua assistenza nell’ora della nostra morte. Tu meritasti un transito felice con una santa vita, e nelle tue ultime ore avesti l’ineffabile consolazione dell’assistenza di Gesù e Maria.
Liberaci dalla morte improvvisa; concedici la grazia di imitarti in vita, di distaccare il cuore da ogni cosa mondana e di raccogliere ogni giorno tesori per il momento della morte. Fa’ che allora possiamo ricevere bene i Sacramenti degli infermi e con Maria ispiraci sentimenti di fede speranza, carità e dolore dei peccati, perché spiri in pace l’anima nostra.
San Giuseppe, prega per noi.
San Giuseppe, protettore della Chiesa universale, volgi benigno lo sguardo sopra il Papa, i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i fedeli; prega per la santificazione di tutti. La Chiesa è il frutto del Sangue di Gesù, Figlio di Dio a te affidato. Innalziamo a te le nostre suppliche per l’estensione, la libertà, l’esaltazione della Chiesa. Difendila dagli errori, dal male e dalle forze dell’inferno come un giorno salvasti l’insidiata vita di Gesù dalle mani di Erode. Si avveri il sospiro di Gesù: un solo ovile sotto un solo pastore.
San Giuseppe, prega per noi.
Inizia domani, 12 marzo, il settenario in preparazione alla solennità di San Giuseppe, che tutta la Chiesa celebrerà il 19 marzo prossimo. Per promuovere la devozione al Santo Patriarca, patrono della Chiesa universale, pubblichiamo una mediatazione di Santa Teresa D’Avila.
“Io presi come avvocato S. Giuseppe e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio padre e protettore mi aiutò nelle necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi in cui era in gioco il mio onore e la salute dell’anima mia. Ho visto chiaramente che il suo aiuto fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare.
Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia senza averla subito ottenuta. Ed è cosa che fa meraviglia ricordare i grandi favori che il Signore mi ha fatto e i pericoli di anima e di corpo da cui mi ha liberata per l’intercessione di questo santo benedetto.
Ad altri santi sembra che Dio abbia concesso di soccorrerci in questa o in quell’altra necessità, mentre ho sperimentato che il glorioso S. Giuseppe estende il suo patrocinio su tutte. Con ciò il Signore vuole darci a intendere che, a quel modo che era a lui soggetto in terra, dove egli come padre putativo gli poteva comandare, altrettanto gli sia ora in cielo nel fare ciò che gli chiede. Ciò han riconosciuto per esperienza varie altre persone che dietro mio consiglio gli si sono raccomandate. Molte altre gli si son da poco fatte devote per aver sperimentato questa verità.
Procuravo di celebrarne la festa con la maggior possibile solennità… Per la grande esperienza che ho dei favori di S. Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devoti. Non ho conosciuta persona che gli sia veramente devota e gli renda qualche particolare servizio senza far progressi in virtù. Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a lui. È già da vari anni che nel giorno della sua festa gli chiedo qualche grazia, e sempre mi sono vista esaudita. Se la mia domanda non è tanto retta, egli la raddrizza per il mio maggior bene.
Chiedo solo, per amor di Dio, che chi non mi crede ne faccia la prova, e vedrà per esperienza come sia vantaggioso raccomandarsi a questo glorioso patriarca ed essergli devoti“.
«Gli devono essere affezionate specialmente le persone di orazione, perché non so come si possa pensare alla Regina degli Angeli e a quanto Lei ha sofferto col Bambino Gesù, senza ringraziare S. Giuseppe che fu loro di tanto aiuto.Chi non avesse maestro da cui imparare a far orazione, prenda per guida questo santo glorioso e non si sbaglierà”.
Meditazioni sulla V stazione della via Crucis illustrate con i simulacri della Vergine Addolorata che si venerano a Biancavilla, Adrano, Santa Maria di Licodia e Paternò (in provincia di Catania).
“Sulla Via Crucis di Gesù c’è anche Maria, sua Madre. Durante la sua vita pubblica dovette farsi da parte, per lasciare spazio alla nascita della nuova famiglia di Gesù, la famiglia dei suoi discepoli. Dovette anche sentire queste parole: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?…Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12, 48-50). Adesso si vede che ella, non soltanto nel corpo, ma nel cuore, è la Madre di Gesù. Ancor prima di averlo concepito nel corpo, grazie alla sua obbedienza, lo aveva concepito nel cuore. Le fu detto: “Ecco concepirai un figlio…Sarà grande…il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre” (Lc 1, 31ss). Ma poco dopo aveva sentito dalla bocca del vecchio Simeone un’altra parola: “E anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2, 35). Così si sarà ricordata delle parole pronunciate dai profeti, parole come queste: “Maltrattato, si lascò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello” (Is 53,7). Ora tutto questo diventa realtà. Nel suo cuore avrà sempre custodito la parola che l’angelo le aveva detto quando tutto cominciò: “Non temere, Maria” (Lc 1,30).
I discepoli sono fuggiti, ella non fugge. Ella sta lì, con il coraggio della madre, con la fedeltà della madre, con la bontà della madre, e con la sua fede, che resiste nell’oscurità: “E beata colei che ha creduto” (Lc 1, 45). “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18, 8). Sì, in quel momento egli lo sa: troverà la fede: Questa, in quell’ora. è la sua grande consolazione” (Benedetto XVI).
Sotto la croce Maria è chiamata a dire un secondo “sì”, dopo il sì dell’Annunciazione, con il quale è diventata Madre di Gesù, aprendo così la porta alla nostra salvezza.
Con questo secondo sì Maria diventa madre di tutti noi, di ogni uomo e di ogni donna per i quali Gesù ha versato il suo sangue. Una maternità che è segno vivente dell’amore e della misericordia di Dio per noi. Per questo sono tanto profondi e tenaci i vincoli di affetto e di fiducia che uniscono a Maria il popolo cristiano; per questo ricorriamo spontaneamente a lei, soprattutto nelle circostanze più difficili della vita.
Maria, però, ha pagato a caro prezzo questa sua universale maternità.
“Il primo significato dello sguardo che la Madre porta al Figlio è una identificazione. Chi avrebbe creduto che il Creatore, perché noi vivessimo il rapporto con tutte le cose, avrebbe dovuto perderle per poi riaverle? Sua Madre lo ha creduto subito. Madonna, rendici partecipi della coscienza con cui tu guardavi tuo Figlio morire solo, solo, sulla croce. Guardavi tuo Figlio camminare con gli uomini per cui è venuto a morire, solo” (don L. Giussani).
Orazione.
Maria, amando il tuo Cristo, rigeneri l’uomo nuovo,
aiutaci a sperimentare nelle nostre anime
quella sofferenza piena di amore
che ti ha unito alla croce del tuo Figlio
per godere con te della gioia della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.