Un giovane appassionato di storia locale è venuto in possesso di alcuni documenti inediti sulla tradizionale manifestazione religiosa che si svolge a Biancavilla il mattino del giorno di Pasqua.
Un piccolo estratto delle sue ricerche.


di Giuseppe Marchese

A Biancavilla (CT), il giorno più caratteristico dei festeggiamenti pasquali cade proprio il giorno di Pasqua, con la rappresentazione denominata “A Paci“, cioè l’incontro festoso tra il Cristo risorto, la Madonna, e l’Arcangelo Gabriele “che balla”. L’incontro ha luogo nelle piazze Collegiata ed Annunziata. Anticamente ”’A Paci” era caratterizzata dal bacio della Madonna sul costato del Figlio, anziché sulle labbra del Risorto, come si vede oggi. L’antica statua lignea dell’ Arcangelo Gabriele fa parte dell’antico gruppo statuario settecentesco rappresentante l’Annunciazione, mentre le altre due, il Cristo Risorto e la Madre Annunziata, furono sostituite nel 1922 perché reputate non in condizioni idonee, come scriveva il decano mons. Antonino Distefano al comune di Biancavilla.

L’attuale statua del Cristo Risorto è opera dell’artista biancavillese Giovambattista SANGIORGIO , mentre la statua della Madonna Annunziata, opera dell’artista leccese Giuseppe MANZO proviene dalla ditta leccese di Arte Sacra di Arturo Troso, non più esistente dalla morte di Giuseppe Manzo.

Quest’ultima notizia ho potuto apprenderla consultando un antico documento conservato presso l’archivio del Comune di Biancavilla.

Finora, infatti, l’autore della statua della Madonna era sconosciuto.

In questa foto allegata è possibile vedere una piccola statua della Madonna, opera di MANZO, conservata nel museo leccese, in cui risultano evidenti i lineamenti dell’Annunziata biancavillese.

Dalle carte emerge proprio la scelta delle allora autorità comunali di conferire il mandato per la realizzazione del simulacro della Madonna alla ditta leccese.

Questo mio piccolo ritrovamento fa luce su alcuni aspetti della nostra storia locale e ci permette di ricostruire l’entusiasmo che sempre ha caratterizzato la comunità civile e religiosa insieme attorno alle celebrazioni pasquali.

Le statue vecchie, raffiguravano la Madonna Annunziata inginocchiata con le mani giunte, mentre il Cristo era nudo, ricoperto solo di un perizoma.

Gli interventi degli anni venti del secolo scorso hanno alterato la composizione del gruppo dell’Annunziata preoccupati piuttosto di creare maggiore armonia tra il simulacro del Risorto e della Madonna, entrambi in cartapesta.

L’arcangelo, invece, resta oggi isolato nel suo stile settecentesco, con i suoi vivaci colori siciliani.

Questa scoperta, se fa luce su alcuni aspetti, ci pone ulteriori interrogativi, sul ruolo del biancavillese Sangiorgio e sul perché, l’autore del Risorto non abbia realizzato anche il simulacro della Madonna.

Tutto attesta, in ogni caso, il contributo che maestranze e artigiani locali hanno dato in passato alla crescita della comunità locale.

Rimandando ulteriori dettagli ad un futuro intervento scientifico, in questo contesto voglio ricordare inoltre che, in alcuni anni passati, risulta documentata il giorno della Resurrezione la declamazione in piazza Collegiata delle poesie sulla Resurrezione scritte dal poeta Cavallaro, oggi purtroppo perdute.

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