Solenne celebrazione per la riapertura della Basilica di Biancavilla

Solenne celebrazione per la riapertura
della Basilica Santuario “Maria SS. dell’Elemosina”

Biancavilla, 12 gennaio 2020

UNA BASILICA NUOVA… E ANTICA

Dopo i lavori di restauro, il nuovo volto della Chiesa Madre di Biancavilla che domenica 12 gennaio riapre le porte.

di Giuseppe Santangelo

Dopo quindici mesi di chiusura e nove di restauro, la Basilica Santuario di S. Maria dell’Elemosina, Chiesa Madre di Biancavilla, è pronta per essere restituita al Popolo di Dio per la celebrazione del culto divino e la fruizione di fedeli locali e dei pellegrini che giungono per la venerazione della prodigiosa Icona di Maria SS. dell’Elemosina.

La riapertura avrà luogo domenica prossima, 12 gennaio, e si tratta della prima chiesa in diocesi di Catania ad essere riaperta, tra quelle danneggiate dal sisma del 6 ottobre 2018, grazie ai lavori di messa in sicurezza, consolidamento e restauro a cui ha fatto fronte per il momento il parroco e la comunità parrocchiale.




Il restauro ha visto il coinvolgimento di tutti gli enti preposti alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio storico-artistico in questione: Protezione Civile, Comune, Ufficio Beni Culturali della Curia Metropolitana, Soprintendenza, nonché progettisti e maestranze locali che con dedizione e autentica passione hanno reso possibile la restituzione del gioiello più insigne della città, grazie alla caparbietà e tenacia del prevosto Agrippino Salerno, in tempi tecnici tutto sommato brevi.

Chi scrive ha collaborato attivamente al restauro e può attestare, da studio fatto in loco, che nel settecento, tutti gli intonaci interni della chiesa erano unicamente dipinti di bianco, colore principalmente ottenuto dal carbonato di calcio. Erano presenti anche due combinazioni di azzurro, ottenute da miscela di lapislazzulo macinato; così come anche varie parti di rosa “antico”, un colore tipico delle terre dell’Etna con cui fino a pochi decenni addietro venivano dipinte molte facciate di abitazioni ed edifici. Tutto miscelato con acqua e calce spenta.

Più tardi, intorno alla metà ottocento, tutto l’edificio sacro venne ricoperto da “latte di calce”, molto probabilmente a motivo di disinfettazione resasi necessaria per far fronte all’epidemia da colera, così come intimato da parte delle autorità (sanitarie) del tempo; quindi colorato di bianco.




Nel secondo dopoguerra del secolo scorso l’interno della Basilica è stato interamente ridipinto con tonalità che vanno dal bianco-avorio, al giallo “paglierino”, giallo “ocra” e qualche velatura di verde “marcio”.

Nel restauro degli anni 1986-88, sotto la prepositura di don Giosuè Calaciura e la direzione dei lavori dell’architetto Salvatore Pappalardo, il tempio si dipinse interamente con varianti di rosa, mentre col bianco puro si rifecero tutte le modanature architettoniche. In questa grande campagna di lavori che interessarono anche coperture e pluviali, si indorarono con foglia d’oro zecchino molte parti decorative dell’apparato architettonico interno che venne ulteriormente ampliato.

Il restauro attuale (2019), intervenuto a seguito del suddetto sisma, ha consentito di riportare alla luce gli originali colori settecenteschi (in piccola parte originali, in gran parte rifatti dello stesso pigmento) e di completare (ancora non del tutto) le dorature rimaste incompiute negli anni ‘80 per mancanza di fondi.

Dall’esame e dai “saggi” effettuati in varie porzioni murarie eseguite principalmente con bisturi, è stato possibile risalire ai vari strati di colore che nei secoli si sono avvicendati all’interno della basilica biancavillese. Per gli interventi più recenti è stato di aiuto anche una buona documentazione fotografica storica.




I lavori hanno anche reso possibile anche alcune piccole scoperte:

  • La pietra lavica con le modanature in gesso delle basi delle colonne settecentesche (in questo caso lesene), della controfacciata (interna), che è stata lasciata “a vista”.

  • Una data (1691) incisa su pezzo di marmo di Carrara, incastonato sulla pavimentazione novecentesca attuale; ritrovato sotto la pavimentazione, probabilmente trattasi di parte dell’antico pavimento sottostante o di materiale di risulta incastonato come “riempimento”.

  • Un’altra data (1958?) realizzata con piccoli cocci di tegola frantumata ed incastonati su malta cementizia (a formare la data) al centro dell’abside esterno alla Basilica, (visibile da via Castriota). Molto probabilmente indica la data dell’intonaco esterno messo a protezione dell’abside stesso.

Possiamo affermare, pertanto, che la Basilica che viene restituita e riconsegnata è in grandissima parte quella che vollero e videro i decoratori, le maestranze e le persone del settecento, che con il gusto dell’epoca seppero consegnare ai posteri un monumento degno di ammirazione e bellezza che gode oggi dei titoli più belli che la cristianità cattolica possa dare ad alcuni dei suoi edifici: Basilica Pontificia, Collegiata Insigne e Santuario Mariano diocesano.

Note storiche  

La Basilica di Biancavilla, com’è noto, è il maggior monumento della cittadina etnea. In essa è racchiusa la più antica storia spirituale e civile della comunità.

Iniziata ai primi del cinquecento, cioè negli anni a seguire lo stanziamento della colonia greco-albanese nel territorio, viene gradualmente ampliata, fino a raggiungere il suo assetto attuale, con le tre navate e le sette arcate, intorno alla prima metà del 1700. Risalgono alla fine del secolo XIX gli interventi sul prospetto dell’architetto milanese Carlo Sada che, agli elementi strutturali e decorativi settecenteschi di pietra lavica, come portali e finestre, affianca con una certa “modernità” forme classiche e neobarocche, rendendolo un edificio eclettico tra i più imponenti e garbati della Sicilia cristiana.

L’interno, molto ampio e luminoso, di impianto basilicale, a croce latina, si rifà alle basiliche romane, sebbene plasticamente decorata e rifinita con gusto barocco siciliano, con forme e caratteristiche proprie rispetto a quello romano o nordico.







LA MESSA DELLA MADONNA DELL’ELEMOSINA IN PIAZZA ROMA

Stamattina la decisione del Prevosto su proposta dell’Associazione Mariana d’intesa con gli Amministratori Comunali.

Un fuori programma nelle feste patronali già annunciate.

In considerazione della situazione logistica attuale, che vede chiusa per inagibilità la Basilica Santuario, stamane il Prevosto don Pino Salerno su impulso del Direttivo dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” ha deliberato di celebrare in piazza Roma la Messa del 4 ottobre sera, per consentire la partecipazione dei tanti fedeli che tradizionalmente prendono parte alla festa patronale della Vergine.
D’accordo con le Autorità Comunali, se le condizioni atmosferiche lo consentiranno, la Celebrazione Eucaristica di venerdì 4 ottobre alle 19, presieduta dal Prevosto, anziché nella piccola chiesa del Rosario, si svolgerà sul palco allestito in piazza Roma.

Durante la Messa il Sindaco della città accenderà la lampada votiva che da secoli arde davanti all’immagine della venerata Madre di Dio, alimentata dall’olio di produzione locale.
Per la Celebrazione in piazza l’Amministrazione garantirà il servizio di amplificazione e alcune centinaia di sedie, soprattutto per i più anziani.


Seguirà la processione dell’amata Icona. Vari momenti di preghiera sono previsti lungo il percorso che per il secondo anno consecutivo interesserà la zona del Convento francescano e di piazza Sgriccio.
Dopo il passaggio da piazza Collegiata e piazza Roma, accompagnato dalle meditazioni del neo-diacono Alessandro Scaccianoce e dal sacerdote Ambrogio Monforte, con i canti dell’Associazione giovanile “D.B. friends”, una prima tappa sarà fatta dinanzi il Palazzo Comunale, dove ancora il Sindaco farà il suo omaggio floreale.

Raggiunto il Convento “San Francesco”, sarà la locale famiglia religiosa a offrire la sua preghiera con le parole del “Poverello d’Assisi”. La processione proseguirà quindi per via Innessa. Davanti la chiesa di Sant’Antonio saranno i giovani e i piccoli dell’Oratorio “Don Pino Puglisi” a proferire canti e preghiere. In piazza Annunziata un breve momento di preghiera per i giovani. Tradizionale l’appuntamento in piazza Cavour con il saluto alla Tuttasanta Madre di Dio delle Comunità Neocatecumenali.


Conclusione della processione sul sagrato della Basilica.
Durante il corteo sarà l’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” a guidare la preghiera e i canti accompagnati dall’Associazione musicale “A. Toscanini” di Biancavilla.

Dopo la benedizione finale sul Sagrato, l’Icona sarà sganciata dal fercolo maggiore per essere devotamente ricondotta all’interno della chiesa del Rosario, da dove veglia sulla città di Biancavilla sin dall’ottobre dello scorso anno quando, a causa del sisma, la Basilica Santuario è stata chiusa al culto.


La processione sarà segnata anche dai fuochi d’artificio in piazza Roma, in piazza Sgriccio e alla conclusione davanti la Basilica.

L’amore alla Madonna dell’Elemosina costituisce da sempre l’identità comunitaria Biancavillese

L’indirizzo di saluto del prevosto Pino Salerno all’arcivescovo Salvatore Gristina all’inizio del Pontificale della Madonna dell’Elemosina.

Eccellenza Rev.ma,
augurarle solo il benvenuto è troppo poco. In fondo questa è la sua casa, questa è la sua gente cioè quella porzione di popolo di Dio che le è stato affidato. Allora potremmo dirle: benvenuto a casa Padre-Vescovo perché questa famiglia cittadina con gioia ha saputo attendere questo momento così carico di emozioni e di speranze.

La gioia che la Sua persona arreca a tutta la Comunità suscita quelle sane emozioni che accarezzano la nostra anima, toccano il cuore, formulano pensieri di gratitudine per un evento così forte ed importante allo stesso tempo. La speranza sarà facilmente invocata e custodita nei nostri cuori. La sua vicinanza, scaturita dalle sue parole e dalla sua attenzione, rivolte verso questo popolo santo di Dio sono per noi tutti dono e grazia. Ci piace, in fondo, questa idea di Padre nella fede che con autorevolezza visita una porzione della sua famiglia col desiderio santo e generoso di riconfermarci tutti nella fede. Mentre ringraziamo il Signore per la Sua paterna presenza sentiamo fortemente il bisogno della Sua vicinanza sempre dimostrata per i disagi che lungo l’arco dell’anno sociale e pastorale stiamo vivendo.

Il 6 ottobre 2018 ci ha segnato particolarmente.
Quel terremoto che non solo ha colpito la nostra zona (Biancavilla, Adrano, S. Maria di Licodia e Ragalna) ha continuato poi il 26 Dicembre a colpire altre comunità delle zone etnee ed acesi. La comunità diocesana e civile è stata profondamente provata. Il ricordo di quei due momenti e di tante altre scosse susseguitosi dopo ( se ne riporteranno centinaia) hanno scosso i nostri cuori rivelandoci la nostra fragilità e nello stesso tempo facendoci maturare l’urgenza della “necessità ”e di ciò che è necessario oggi.

Una sola è la nostra certezza: l’Amore di Gesù nostro Signore che non passa mai.

Abbiamo bisogno di Dio, abbiamo bisogno di ritornare sui nostri passi e rimetterci con gioia nella grande esperienza del cammino della conversione.
Tuttavia, lo smarrimento di fronte alla nostra piccolezza, non ha potuto e non può offuscarela speranza e l’impegno per l’edificazione del regno di Dio diventandone il fermento. Abbiamo sperimentato quotidianamente il bisogno di una comunità in cui ci sia l’attenzione a tutti, soprattutto dei più fragili e bisognosi.

Più volte, in questi mesi, guardando le crepe dei nostri edifici, sentendo i disagi dei nostri bambini e giovani che hanno vissuto un anno scolastico difficile e problematico, facendo l’esperienza del disagio di vivere il servizio liturgico e la stessa pastorale in spazi ridotti e non adeguati al numero dei fedeli, ho accostato una spontanea similitudine: “oltre le crepe delle mura materiali sono da ricucire le tante crepe presenti nei nostri cuori. Crepe e fratture nei nostri sistemi sociali. Crepe, fratture e divisioni che sfigurano l’unità del volto umano della nostra società. Assistiamo sempre più all’insorgere di una cultura disumana che certamente attenta alla dignità della persona e ne sfigura l’immagine di Dio impressa in essa”.

La ricostruzione e il restauro certamente non riguardano solo le mura materiali ma bensì i nostri cuori. È più facile rifare le mura e saturare le crepe che rifare e ricucire i cuori dell’uomo d’oggi. Solo in Dio e con Lui possiamo attuare il processo del riscatto dalla cultura dello scarto alla cultura della misericordia.

Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori…” (salmo 127).

Eccellenza con Lei stasera riscopriamo la bellezza dell’essere Chiesa, ci stringiamo ancora una volta, con Lei, attorno alla Madre con rinnovata fiducia nella misericordia di Dio e nella sua protezione.
A caratterizzare le celebrazione della novena e dell’odierna solennità quest’anno è il ricordo dei 40 anni trascorsi dalla reincoronazione dell’Icona della Madonna dell’Elemosina che ebbe luogo nella grande piazza Roma il 26 Agosto 1979.
Il prevosto Calaciura dopo il furto sacrilego del 17-18 Febbraio 1978si impegnò a ridare alla madonna la riza d’argento e le sue corone. Tutto il popolo di Biancavilla e tanti fratelli e sorelle emigrati all’estero contribuirono con donazioni generose.
La Madonna riebbe la sua Riza e corone nell’arco di un anno, grazie alla Fede forte del popolo biancavillese.

Fu l’allora Arcivescovo di Catania Mons. Domenico Picchinenna, a porre sul capo della Madonna e del Bambino le nuove corone. La Casula che vostra Eccellenza indossa stasera per la celebrazione eucaristica è la stessa che fu indossata da Mons. Picchinenna.

Mentre celebriamo questo 40° che ricorda il furto sacrilego per la mano iniqua  dell’uomo, un’altra prova si aggiunge, stavolta causata dalla natura ribelle: quei 4 secondi di tremore tellurico con magnitudo 4,8 del 6 ottobre 2018 hanno scritto nuove pagine della nostra storia locale. Siamo stati privati del Massimo Tempio della nostra città. Una prova che ha trovato risposta non nel pessimismo e disperazione ma in tutti i valori morali e spirituali di cui il nostro popolo si è nutrito lungo i secoli sin dal momento della sua fondazione.

Il culto, lo zelo e l’amore alla Madonna dell’Elemosina costituiscono da sempre la nostra identità comunitaria, la nostra solidarietà e la nostra fratellanza.

Come quarant’anni fa , il popolo biancavillese esprime la fede. In tutti noi essa rimane salda e ci stringiamo ancora una volta alla nostra Madre celeste, con una rinnovata fiducia nella misericordia di Dio, nella sua protezione, che da secoli preserva questa terra da calamità e distruzioni.

Con grande atteggiamento di Fede e Speranza confidiamo nella Provvidenza del Padre e siamo consapevoli che ancora la Madonna dell’Elemosina ci darà tanti segni di consolazione affinché la nostra amata e bella Basilica Collegiata Santuario possa quanto prima nuovamente officiare in sé il culto divino e i misteri della nostra salvezza.
Con Maria camminiamo in Cristo per fare l’esperienza di una Chiesa fondata sulla certezza incrollabile dell’amore di Dio di cui ciascuno di noi costituisce una pietra insostituibile.

Grazie Padre Vescovo per essere qui stasera con noi e spezzare per noi la Verità della Parola di Dio e della Presenza viva di Gesù Eucaristia.
Lo Spirito Santo, possa sempre assisterla nel Suo Ministero Episcopale e per mezzo di Lei irradiare su tutti noi l’abbondanza dei doni celesti.

Così sia.

 

Biancavilla 25 agosto 2019

 

Prev. Agrippino Salerno

SABATO 1 GIUGNO: UNA NOTTE PER IL SANTUARIO DI BIANCAVILLA

Sabato 1 giugno S. Messa nel cortile della scuola di via Pistoia e Pellegrinaggio fino al sagrato della Basilica Santuario.

Adorazione eucaristica presso la chiesa del Purgatorio.

Parteciperanno l’Associazione “SME”, i ragazzi dell’Oratorio e i piccoli del Catechismo con le loro famiglie.

Anche la Basilica Santuario di Biancavilla con l’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” aderisce all’iniziativa “La Notte dei Santuari”, che si svolgerà in tutti i principali Santuari italiani sabato 1 giugno, per iniziativa del Collegamento Nazionale dei Santuari Italiani con l’Ufficio per la Pastorale del tempo libero della CEI.

L’evento, avviene proprio nel 60° anniversario dell’elevazione a Santuario Mariano Diocesano della Chiesa Madre di Biancavilla (1959-2019) e si articolerà in due momenti: la comunità si ritroverà presso il cortile della scuola materna di via Pistoia per il Rosario e la Celebrazione Eucaristica, a partire dalle 18.30. Al termine, si snoderà un vero e proprio pellegrinaggio fino al sagrato della Basilica Santuario biancavillese con l’Icona della Madonna dell’Elemosina, passando da via Centamore, via Trapani, via Albania e via Castriota. Sul sagrato si svolgerà un momento di preghiera, secondo uno schema condiviso da tutte le realtà che aderiscono all’iniziativa. In modo particolare si pregherà per i Cristiani perseguitati e trucidati in tutto il mondo, specie in medio-oriente. Dopo la benedizione, l’Icona della Vergine della Misericordia verrà privatamente riposta all’interno della Basilica, mentre la preghiera proseguirà nella chiesa del Purgatorio con l’adorazione eucaristica silenziosa fino a mezzanotte.

“Da otto mesi il nostro Santuario è chiuso, per i danni subiti dal terremoto delll’ottobre 2018”, spiega il prevosto don Agrippino Salerno. Tuttavia, con l’associazione mariana, abbiamo scelto di aderire a questo momento di preghiera, in comunione con altri Santuari italiani, per tenere vivo in noi il desiderio di ritrovarci presto nella nostra amata casa comune, un luogo di spiritualità e di intimità col Signore, ma anche luogo di identità e di appartenenza. In questa occasione cercheremo di ricordare che il Santuario è fatto innanzitutto dalla fede e dalla preghiera della Comunità che in esso si raduna. Da questo vogliamo ripartire per ricucire le crepe della nostra amata Basilica, tenendo vivo il desiderio di poterla presto riabitare”.

Papa Francesco nella lettera “Sanctuarium in Ecclesia” spiega che “i Santuari permangono fino ai nostri giorni in ogni parte del mondo come segno peculiare della fede semplice e umile dei credenti, che trovano in questi luoghi sacri la dimensione basilare della loro esistenza credente. Qui sperimentano in modo profondo la vicinanza di Dio, la tenerezza della Vergine Maria e la compagnia dei Santi: un’esperienza di vera spiritualità. (…) questi luoghi, nonostante la crisi di fede che investe il mondo contemporaneo, vengono ancora percepiti come spazi sacri verso cui andare pellegrini per trovare un momento di sosta, di silenzio e di contemplazione nella vita spesso frenetica dei nostri giorni. Un desiderio nascosto fa sorgere in molti la nostalgia di Dio”.

La Notte dei Santuari a Biancavilla coinvolgerà anche i ragazzi dell’Oratorio “Don Pino Puglisi” e i fanciulli del Catechismo con i loro genitori, per essere una vera ‘festa della fede’ di tutta la famiglia cristiana.

NOTRE DAME, PREGA PER NOI

La fede cristiana dell’Europa scossa e risvegliata

Si è svolto ieri sera il momento di preghiera sul sagrato della Basilica Santuario di Biancavilla in comunione con la Chiesa di Francia, promosso dopo il rogo che ha devastato la Cattedrale di Notre Dame di Parigi, per esprimere il valore simbolico degli edifici sacri che nei secoli hanno nutrito e custodito la fede dei cattolici in Europa.

A presiedere il raduno è stato il prevosto don Agrippino Salerno. Particolarmente toccante il momento di preghiera in silenzio scandito da 33 colpi del campanone, concluso dal canto popolare “Madre d’amore” intonato sulle note del grande organo dinanzi l’icona della Madonna dell’Elemosina posta all’ingresso del portale principale.





Ha detto il Prevosto:
“Siamo qui per riaffermare il valore di questo luogo che ci ha visti tante volte riuniti in preghiera. Non sono le pietre in sé che noi rimpiangiamo, ma i valori che esse racchiudono per la nostra vita e la nostra storia. Le fatiche e il disagio che stiamo vivendo a seguito della chiusura per inagibilità della nostra Basilica Santuario, dopo il sisma del 6 ottobre 2018, ci fa comprendere ancora meglio lo smarrimento dei fedeli parigini e di quanti in tutto il mondo sono stati colpiti per il disastro che ha colpito Notre Dame.

Alla Madonna, che abbiamo invocato con fiducia nei tanti momenti difficili della nostra storia, chiediamo che ci aiuti a superare questo momento di prova perché, attraverso questa fatica, possa crescere la nostra fede e germogliare attorno a noi. Proprio come il rogo di Notre Dame che ha portato in piazza centinaia di fedeli in preghiera, risvegliando nella vecchia e stanca Europa i suoi più profondi sentimenti religiosi e le sue radici cristiane. Da Notre Dame di Parigi alla Madonna dell’Elemosina, stasera sentiamo per noi la dolce carezza che la Vergine Madre ci offre per aiutarci e sostenerci nel cammino proprio alla vigilia del solenne triduo pasquale”.




È stata molto forte tra i presenti l’emozione di poter accordare la propria voce alle note dell’organo della Basilica Santuario che, silente ormai da oltre 6 mesi, è risuonato dall’interno dell’abside basilicale. Riascoltare quel suono, hanno commentato alcuni presenti, è stato come sentire nuovamente una voce familiare e consolante, una voce amica che incoraggia ad andare avanti, pur nelle avversità della vita, in attesa di un abbraccio e di una gioia senza fine.

A conclusione del momento di preghiera, le porte della Basilica sono state richiuse, come ad escludere gli occhi e il cuore di quanti avrebbero voluto dimorare in essa, come nella propria casa.